Lug 19

Una serata all'insegna dello psycho surf! Non perdete venerdì 21 luglio alle 21 l'appuntamento con i Daisy Chain: un trio che suona surf sul filo del rasoio, fra ondate di riverbero, suggestione in stile horror b-movie e temi celebri riarrangiati in chiave pulp.
Un imponente repertorio di musica strumentale dove le composizioni originali vengono intervallate a cover mai banali.
Lo spettro sonoro esplorato va dalle radici del surf più classico (Ventures, Surfairs) per spingersi verso il rock'n'roll più malato (Messer Chups, Cramps) e strizzare l'occhio al desert rock e al Tex Mex (Calexico, Morricone).
Fuoriusciti da alcune band friulane (Radio Zastava, Playa Desnuda, FranK C Nutria) sono forti di una presenza scenica non comune! A seguire la serata prosegue con le selezioni vinilche di Jaguar e Jazzmaster.

 

Lug 19

Giovedì 20 luglio alle ore 21 Lunatico Festival ospita Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere e Stefano Bizzi, giornalista de Il Piccolo. Un incontro per riflettere sulla migrazione, dopo il fallito vertice di Parigi, la stretta sulle navi delle ONG che operano sul Mediterraneo e le notizie di questi giorni di navi di esrema destra che ostacolano gli aiuti e gli sbarchi. Più di 60 milioni di persone nel mondo fuggono da guerre, violenze o povertà. Non sono criminali ma uomini, donne e bambini che hanno bisogno di cure mediche, sostegno psicologico e protezione. Per questo motivo, per il terzo anno consecutivo, MSF è impegnata in operazioni di ricerca, soccorso e assistenza medica nel Mediterraneo centrale. Il fatale tratto di mare tra Libia e Italia resta l’unica via per migliaia di persone che cercano di raggiungere le coste europee, rimanendo anche nel 2016 la rotta migratoria più battuta. MSF vuole riportare al centro del dibattito l’umanità dimenticata, chiedendo ai governi e alla comunità internazionale di affrontare il tema della migrazione non più come un problema di sicurezza ma come un’urgente questione umanitaria.

Durante la serata - tramite visori 3D di ultima generazione che permettono di vivere un’esperienza a 360 gradi - sarà possibile immergersi nelle drammatiche condizioni di chi è costretto a fuggire e a compiere gli estenuanti viaggi via terra e via mare che dalla Siria portano in Grecia e lungo i Balcani, o è costretto a vivere nelle baracche fatiscenti dei campi profughi del Sud Sudan.
Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico umanitaria indipendente al mondo creata da medici e giornalisti nel 1971. Oggi MSF fornisce soccorso in quasi 70 paesi a popolazioni la cui sopravvivenza è minacciata da violenze o catastrofi dovute principalmente a guerre, epidemie, malnutrizione, esclusione dall’assistenza sanitaria o disastri naturali. Nel 1999 ha ricevuto il premio Nobel per la Pace.

Lug 18

Ferro batte ferro, sbarra chiama sbarra. Togliete le lancette dagli orologi e scontate la condanna.

La Bela vita, in scena mercoledì 19 luglio alle ore 21, presenta -con toni umani, poetici, drammatici ed ironici- delle storie di vita vissuta all'interno di un carcere, all'insegna della considerazione che "la vita non è bella in carcere, ma anche in carcere si vive".
Il testo di Pino Roveredo (vincitore del Premio Campiello nel 2005 per il libro di racconti "Mandami a dire") descrive gli avvenimenti quotidiani e i sentimenti che si provano in una prigione: un'esperienza realmente vissuta dall'autore, in gioventù come detenuto, e poi come operatore sociale e Garante delle detenute e dei detenuti del Friuli Venezia Giulia nelle carceri. Il testo è una sorta di "diario collettivo" di vari carcerati. I detenuti raccontano la loro pena, i ricordi, i sentimenti ed affetti lontani. La vita che scorre lentamente, tra incontri con i famigliari in parlatorio, battute ironiche e momenti drammatici. Lo spettacolo è già stato portato in scena alcuni anni fa al Politeama Rossetti con una compagnia di detenuti. Questa volta tocca agli Instabili, la compagnia teatrale nata all'interno dei laboratori condotti al Sert. Sono ragazzi, senza ambizione artistica/teatrale, che sfidano la paura, il timore di calcare la scena raccontando la loro storia in maniera “maleducata”. L'arte teatrale diventa salvifica, un veicolo per allontanare i ragazzi dalle loro fragilità, dal loro male di vivere.

Lug 17

Il Lunatico Festival per la prima volta si sposta da Trieste in Friuli: martedì 18 luglio alle 21 con una prima tappa al Palco Sant'Osvaldo di Udibe per lo spettacolo “Il cavallo magico ed altre fiabe”, organizzato in collaborazione con C.O.S.M.

Quando parliamo delle origini del moderno film d'animazione è d’obbligo riferirci al lavoro di Lotte Reiniger (1899 – 1981), creatrice di circa quaranta film di silhouette tra il 1910 e gli anni ‘70. Sono fiabe dagli aspetti onirici e visionari, storie della tradizione europea che rivivono nelle opere della regista, che segna l’avanguardia cinematografica del Novecento. Il progetto di sonorizzazione dal vivo - con le musiche originali di Doriana Legge - vuole rifarsi a quell’artigianato fiabesco proprio della regista: la musica non è più semplice sostegno della drammaturgia visiva ma una strada alternativa più complessa per una diversa lettura delle opere.

Il progetto si articola attorno alla sonorizzazione di quattro cortometraggi, meglio definiti come film di silhouette, che appartengono a diverse fasi del lavoro di Lotte Reiniger
1922 CENERENTOLA (CINDERELLA)– tratto dalla fiaba dei Fratelli Grimm 1954 LA FORMICA E LA CICALA (THE GRASSHOPPER AND THE ANt)– tratto dalla fiaba di Jean de La Fointaine 1954 IL CAVALLO MAGICO (THE MAGIC HORSE) – è un estratto dal lungometraggio Le Avventure Del Principe Achmed 1955 JACK E IL FAGIOLO MAGICO (JACK AND THE BEANSTALK)– basato su una fiaba popolare inglese, con silhouette nere su sfondo a colori.

Inoltre nel corso della serata sarà possibile firmare per la campagna "Ero Straniero" una campagna culturale e una legge di iniziativa popolare per cambiare il racconto, superare la legge Bossi-Fini e vincere la sfida dell’immigrazione, puntando su accoglienza, lavoro e inclusione.

Ero straniero - L’umanità che fa bene è una campagna promossa da: Radicali Italiani, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ACLI, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, CILD, con il sostegno di numerosi sindaci e organizzazioni impegnate sul fronte dell’immigrazione, tra cui Caritas Italiana e Fondazione Migrantes.

Lug 17

Non bisogna avere paura di ciò che non si conosce
ma bisogna temere ciò che crediamo vero
e invece non lo è
Mark Twain

Martedì 18 luglio alle ore 21 sale sul palco del Lunatico Festival Giulio Cavalli con lo spettacolo Mafie, maschere e cornuti, giullarata antimafiosa.

Dalla lezione dei giullari del ‘500 abbiamo imparato che la risata è l’arma più potente contro i prepotenti: quando il potere è incapace di governare rispettando le regole teme la parola dei giullari perché ha bisogno di nascondere le proprie impudicizie. Le mafie, da sempre, sono un’incrostazione di potere che sopravvive grazie (anche) alla proiezione che riescono a dare di se stesse; ma quanto c’è di vero nella narrazione mafiosa (e di chi nel raccontarla finisce per celebrarla con un concorso
culturale esterno)che quotidianamente ci viene proposta? Siamo sicuri che Riina (l’uomo che sognava di mangiare carne, comandare carne e cavalcare carne) potesse tenere da solo sotto scacco un intero Paese? E cosa ci dice lo scalcagnato covo di Provenzano?

Ripartendo dallo spettacolo “Nomi, cognomi e infami” (che ha girato l’Italia per ben 10 anni con oltre 500 repliche complessive) Giulio Cavalli smonta l’onorabilità mafiosa delle nuove leve raccontandone i vizi privati e smontandone l’onore. Ci sono i mafiosi surgelati che a Alcamo si incontrano nella cella frigorifera di un negozio di ortofrutta sperando di non essere ascoltati; i bambini di ‘ndrangheta che scrivono lettere in cui sognano di “diventare boss come papà”; c’è il camorrista che si traveste da donna per coprire la propria latitanza; i fratelli Marchese (Cosa Nostra) che pensano di uccidere i genitori dell’amata di uno dei due per aggirare la norma che impedisce a un uomo d’onore di sposare una donna con genitori separati (ma non orfana); c’è il padrino che autorizza una storia di corna per “liberare” uno dei suoi picciotti; c’è il patetico giuramento mafioso con cui si viene “combinati” e molto altro.

Ripercorrendo le operazioni antimafia degli ultimi anni “Mafie, maschere e cornuti” racconta la tragica comicità di una mafia che svelata non può fare così paura. Perché ridere di mafia è antiracket culturale. E le mafie, come tutte le cose terribilmente serie, meritano di essere derise.

Giulio Cavalli
Attore, regista, giornalista e scrittore ha iniziato l’attività teatrale formandosi nella Commedia dell’Arte. Tra i suoi lavori più importanti ci sono Linate 8 ottobre 2001 (che ha debuttato al Piccolo Teatro di Milano), Kabum! (giullarata sulla resistenza con la regia di Paolo Rossi), Benvenuta Catastrofe (con la regia di Dario Fo). Negli ultimi anni si dedicato al tema delle mafie (dal processo Andreotti, con la collaborazione drammaturgia di Gian Carlo Caselli fino alla vicenda di Marcello
Dell’Utri). Con la giullarata Nomi, Cognomi e Infami (di cui questo spettacolo è la naturale prosecuzione) ha girato i teatri, le piazze e le scuole in più di 500 repliche. Ha vinto il premio Fava Giovani nel 2009, il premio Borsellino nel 2012 e il XXIII Premio internazionale Rosario Livatino-Antonino Saetta-Gaetano Costa nel 2017. Scrive per Left, Fanpage e collabora con L’Espresso.
Ha pubblicato libri per Chiarelettere, Rizzoli e Verdenero. Il suo ultimo romanzo è Santa Mammauscito per i tipi di Fandango nel marzo 2017.

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