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Il progetto “E se diventi farfalla” è finanziato dal Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nato da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD.
 
I partner:
Il progetto nasce dalle esperienze pregresse di capofila e partner: “Zaffiria”, a Rimini, gestisce una ludoteca con installazioni per bambini nate dal lavoro di artisti, designer, genitori, nonni, insegnanti; alcune sue sperimentazioni sono alla base di progetti europei in corso; “La Collina”, a Trieste, si occupa di rigenerazione urbana a partire dall'attivazione di processi creativi e di crowdfounding; “Binaria”, a Torino, nasce dal Gruppo Abele; “Pinac”, a Brescia, è la prima esperienza italiana di galleria d'arte per bambini attenta all'espressività delle fasce più fragili; il Comune di Mantova ha attivato la sperimentazione Playground (www.mantovaplayground.it) e collabora con l’associazione “Segni d’infanzia” (www.segnidinfanzia.org); COSPE onlus, a Firenze, sperimenta le potenzialità della creatività nei contesti multiculturali così come “La Piccola Officina” a Palermo. “Progetto Città » (Bari) e “Cresciamo Insieme” (Brindisi) hanno sperimentato in Puglia servizi innovativi a livello culturale ed educativo con un costante lavoro di rete; “Azione e Solidarietà » a Mazara del Vallo, lavora con il Metodo Bruno Munari. Sono coinvolte le scuole di Rimini, Policoro di Matera e Paularo Arta Terme (Udine). A Codogné (TV) è la Biblioteca Comunale il cuore della sperimentazione.
  “E se diventi farfalla”:
 un progetto culturale ed educativo contro il disagio e le povertà educative per 140.000 bambini e bambine in Italia.
Ad affrontare positivamente le avversità della vita, si comincia da piccoli con creatività e con metodi didattici adeguati che sviluppino talenti e creino opportunità. Per questo nasce “E se diventi farfalla”, un progetto selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che sperimenta in 9 regioni italiane (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Veneto, Basilicata, Toscana) la creatività come risorsa per combattere la povertà.
In Italia, sono tante le famiglie che hanno come unico sostegno alla genitorialità le scuole di infanzia, non tutti i territori rispondono allo stesso modo alle esigenze di socialità e si inclusione. Esistono infatti contesti spesso complessi dove occorrono interventi specifici: aumentare l’accessibilità alle offerte culturali-educative; rinforzare la qualità formativa ed educativa di scuole dell’infanzia e nidi trasformandole da scuole “ghetto” a scuole innovatrici; riqualificare spazi urbani accelerandone la riappropriazione dei cittadini; formare operatori, potenziare le strutture sui vari territori.
“E se diventi farfalla”, titolo che prende in prestito un evocativo verso della poetessa Merini, vuole quindi potenziare, attraverso il coinvolgimento dei diversi attori del territorio e attraverso collaborazioni pubblico- private, le attuali scuole dell'infanzia, aprendo le nuove attività creative a tutte le famiglie interessate, ma soprattutto alle famiglie più fragili, compresi i nuclei familiari stranieri, per offrire ai propri figli occasioni importanti e di qualità per crescere dal punto di vista culturale e per sviluppare i propri talenti, condividere storie e sentirsi accolti, confrontarsi con le esperienze degli altri, con meno giudizi e pregiudizi che in altri momenti della vita: la fascia da 0 a 6 anni coinvolge la genitorialità in modo profondo. I bambini presenti nei territori di intervento sono più di 140.000.
Nelle regioni identificate dal progetto si registrano molte situazioni a rischio di marginalità: a Mazara, ad esempio, non ci sono asili nido comunali, non ci sono ludoteche, non ci sono parchi gioco, non ci sono aree verdi, non ci sono servizi di prevenzione primaria. A Borgo Zindis, rione di edilizia residenziale pubblica alla periferia di Trieste, il 55% della popolazione rientra nella fascia di reddito più bassa e le famiglie con minori a carico esprimono bisogni di socialità. E' in atto un percorso di riqualificazione. A Rimini, il quartiere dell’intervento è il più povero e multietnico della città, connotato da problemi di prostituzione, spaccio e integrazione sociale.
Le povertà educative da contrastare riguardano quindi contesti diversi: da Sesto Fiorentino con un'alta conflittualità sociale e famiglie di varie origini (cinesi, Rom romeni e macedoni...) che vivono anche in capannoni industriali, accampamenti lungo i canali, alla Carnia in Friuli Venezia Giulia, seconda Regione per abuso di alcool, alla Circoscrizione 3 (Torino) con 990 famiglie monogenitoriali (13,7%) con 887 madri sole con minori 0-6 anni (725 italiane e 162 straniere). A Mantova, la presenza di bambini stranieri 0-6 anni è passata dal 5% (A.S. 02/03) al 25% (A.S. 15/16) con le scuole coinvolte che raggiungono il 56%. Comune denominatore di tutti i territori sono i servizi offerti dalle scuole dell’infanzia, per lo più statali, che non riescono, da sole, a sostenere comunità educanti..
Il progetto coinvolge i servizi educativi e li rende protagonisti con la co-progettazione, la condivisione della formazione, la sperimentazione didattica: le scuole, i centri 0-3 anni, le ludoteche, diventano sede di attività per il quartiere e il territorio, realizzano laboratori per bambini potenziandone la creatività e il pensiero progettuale, aprono le porte alle famiglie e ai genitori, sono sedi di mostre e installazioni, aperte al pubblico di cittadini e al dialogo con le arti per attivare processi di cambiamento sia sull’immaginario generale sia sul successo formativo di bambini e bambine.
Un modo per creare occasioni di scambio e confronto capaci di attraversare diversità culturali, linguistiche e di provenienza geografica, favorendo così percorsi inclusivi che superino la frammentazione dell’attuale sistema educativo.
Il progetto prevede di rendere le scuole al territorio punto di riferimento per le famiglie anche in orario extrascolastico: con orari di apertura stabili, servizi nei mesi invernali o estivi a seconda delle esigenze territoriali, le ludoteche, i centri per l’infanzia, le biblioteche, le Pinacoteche e i musei del luogo, potenziano la loro programmazione rivolta sia ai bambini sia alle famiglie per ovviare a diverse problematiche: la mancanza dei genitori a casa, il bisogno di socializzare e fare amicizie tanto dei bambini quanto degli adulti.
I genitori accedono in modo gratuito a opportunità culturali ed educative mirate, sperimentano modalità di relazione educativa fondata su metodi pedagogicamente rilevanti, partecipano a iniziative pubbliche con risultati manifesti (un’installazione, materiali gioco, mostre gioco…).
Oltre ad essere beneficiari, sono quindi co-progettisti delle attività e dei manufatti dei progetto grazie a una strategia di lavoro cooperativo denominata “comunità di pratiche”: gli operatori/educatori sono facilitatori, mediatori di specifiche conoscenze e competenze, come quelle per lo sviluppo e potenziamento della creatività.

Ultima modifica il Venerdì, 01 Giugno 2018 10:00