Martedì 7 agosto alle ore 20.30 al Lunatico Festival un incontro con Paolo Rossi, attore nato a Monfalcone ma milanese d’adozione.
Paolo Rossi spazia da trent’anni dai club ai grandi palcoscenici, dal teatro tradizionale al cabaret, dalla televisione al tendone da circo: ovunque ha proposto il suo personale modo di fare spettacolo che, pur immergendosi nelle tematiche contemporanee, non prescinde dall’insegnamento dei classici antichi e moderni, da Shakespeare a Molière, dalla Commedia dell’Arte a Brecht.
Venerdì 3 agosto alle ore 21.00 nella suggestiva cornice del Parco di San Valentino di Pordenone, nel Piccolo Ristoro Al Parco, il Lunatico Festival presenta "Pericoloso a sè e agli altri (e di pubblico scandalo)", reading teatrale sulle storie anonime di uomini e donne reclusi. Attraverso una raccolta di lettere e referti medici degli internati negli anni Trenta dell’Ospedale Psichiatrico di Trieste si raccontano le torture perpetrate giorno dopo giorno nel fisico e nell’anima, suicidi e muti delitti sentenziati dalla violenza istituzionale.
Erano i figli delle classi sociali più povere. Operai, studenti, disoccupati, casalinghe, prostitute, immigrati. Molte di queste creature avevano conosciuto la miseria e le malattie. Avevano perso mariti, figli o fratelli in guerra. Ma nessuno teneva conto di questo dolore. La persona veniva internata dietro richiesta del medico in copia controfirmata dal questore con la formula “pericoloso a sé e agli altri e di pubblico scandalo” ed era considerata come un prigioniero, privato dei diritti civili e di ogni bene terreno. Spogliati della propria identità, dovevano indossare l’uniforme e i loro effetti personali venivano sequestrati.
Venivano recluse nei manicomi le persone affette per qualunque causa da alienazione mentale. Entravano così tutti senza distinzione: ammalati di epilessia, di sifilide, tifo, tubercolosi, sindrome di down; alcolisti e bevitori saltuari, cocainomani; madri affette di depressione post partum o semplicemente esauste da troppi parti, donne picchiate da compagni violenti, adolescenti ribelli, ma anche tanti bambini e bambine: bambini vissuti nella miseria, bambini sordomuti, bambini che spesso diventavano adulti dentro un ospedale psichiatrico.
Franco Basaglia smaschera la follia cieca della violenza istituzionale e oppone il suo rifiuto morale e politico, e insieme alla sua équipe compie una delle più importanti rivoluzioni della nostra storia contemporanea. Seguiamo le vite degli internati attraverso il filo conduttore dei suoi pensieri e azioni che restituirono non solo la dignità al malato ma alla società stessa, quindi a tutti noi che ne facciamo parte, per riflettere soprattutto su chi e cosa siamo diventati oggi.
Documenti raccolti da Tullia Alborghetti, Nicoletta Peloso e Mauro Serio presso l’Archivio di Stato di Trieste
Adattamento Teatrale: Tullia Alborghetti, Mauro Serio, Fulvio Falzarano
Consulenza tecnico artistica: Alessandro Metz
Progetto di Reading Teatrale con la collaborazione di Fulvio Falzarano, Mauro Serio, Tullia Alborghetti, Costanza Dolce, Riccardo Pieretti, Luigi Orsini e Daniele Tenze
Venerdì 3 agosto alle ore 19.00 al Lunatico Festival Condominio #Scandaletti, concerto di Parole e Musica. Un cantautore attore e una storia da raccontare. Dieci canzoni sono i dieci piani di un edificio fantastico.
Stefano Scandaletti, voce; Davide Gobello, chitarra; Donald Renda, batteria elettronica; Andrea Beninati, violoncello; Monica Codena, drammaturgia. Dal vivo il repertorio del suo lavoro discografico CONDOMINO #SCANDALETTI. Scandaletti prende ispirazione dalla differente umanità che abita il suo Condominio; dai buchi spuntano chiacchiere, dagli echi delle scale, dai silenzi in ascensore, dalle silhouette illuminate dietro le tende escono i suoni che danno vita a nuove armonie. Scandaletti, in una realtà fantastica, si sposta attraverso i piani, dal suo monolocale fino al superattico. Diversi personaggi sono accomunati, oltre che dallo spazio vitale, dallo stesso senso di perdita dell’identità o confusione, a prescindere dall’età, dallo stato sociale e dalla composizione dei nuclei familiari. Gli abitanti/protagonisti hanno smarrito o mai conosciuto la capacità di amare, e con essa anche la capacità di unirsi come comunità – gli appartamenti non sono altro che camere dello stesso edificio, dove ognuno si sente lontano e diviso.
I brani sfiorano il pop plastico dei video games, degli autoscontri, delle sigle dei cartoni animati giapponesi. Nel loro interno sono compresse parole che trasformano la musica in cibo, droga, battito cardiaco, lamette, baci, occhi lucidi, violenza e passione.
Sviluppare relazioni orientate agli obiettivi comuni è importante non solo all'interno dei singoli territori dove lavoriamo, ma anche fra le diverse persone e soggetti che portano avanti progetti di salute e sviluppo di comunità in territori diversi, sia a livello locale, sia a livello internazionale.
Pantxo Ramas sta lavorando sul fronte internazionale e ha da tempo coinvolto le Microaree triestine in un confronto con esperienze affini a Londra e a Madrid. Recentemente ha organizzato, con l'Università del Kent, due giornate seminariali in Inghilterra per portare avanti questo confronto. Da Trieste hanno partecipato un gruppo di referenti di Microarea dell'Azienda Sanitaria e della Cooperativa Sociale La Collina.
Ci apre la prospettiva, vedere che anche a Londra, con il Progetto Well London - Well Communities (http://www.welllondon.org.uk), come noi a Trieste e dintorni, lavorano nei territori stando vicino a chi li abita, puntando sul partenariato fra i soggetti istituzionali e non e sull'attivazione della cittadinanza, per obiettivi di salute e sviluppo di comunità... E le domande e gli apprendimenti reciproci si moltiplicano.
La capacità del Programma Habitat-Microaree di offrire ai territori una presenza continuativa all'interno di un partenariato interistituzionale solido è qualcosa di non scontato e davvero prezioso, visto da fuori, come anche la capacità delle Microaree, grazie al partenariato che le porta avanti, di facilitare e potenziare la presa in carico delle persone in difficoltà da parte dei servizi sanitari e sociali. Well London invece offre una ricchezza di strategie di comunicazione, progettazione partecipata con i cittadini, formazione dei volontari, valutazione dell'efficacia degli interventi, da cui le Microaree possono imparare qualcosa.
Quindi... lo scambio deve continuare.
Giovedì 2 agosto alle ore 20.30 il Lunatico Festival presenta "Pericoloso a sè e agli altri (e di pubblico scandalo)", reading teatrale sulle storie anonime di uomini e donne reclusi. Attraverso una raccolta di lettere e referti medici degli internati negli anni Trenta dell’Ospedale Psichiatrico di Trieste si raccontano le torture perpetrate giorno dopo giorno nel fisico e nell’anima, suicidi e muti delitti sentenziati dalla violenza istituzionale.
Erano i figli delle classi sociali più povere. Operai, studenti, disoccupati, casalinghe, prostitute, immigrati. Molte di queste creature avevano conosciuto la miseria e le malattie. Avevano perso mariti, figli o fratelli in guerra. Ma nessuno teneva conto di questo dolore. La persona veniva internata dietro richiesta del medico in copia controfirmata dal questore con la formula “pericoloso a sé e agli altri e di pubblico scandalo” ed era considerata come un prigioniero, privato dei diritti civili e di ogni bene terreno. Spogliati della propria identità, dovevano indossare l’uniforme e i loro effetti personali venivano sequestrati.
Venivano recluse nei manicomi le persone affette per qualunque causa da alienazione mentale. Entravano così tutti senza distinzione: ammalati di epilessia, di sifilide, tifo, tubercolosi, sindrome di down; alcolisti e bevitori saltuari, cocainomani; madri affette di depressione post partum o semplicemente esauste da troppi parti, donne picchiate da compagni violenti, adolescenti ribelli, ma anche tanti bambini e bambine: bambini vissuti nella miseria, bambini sordomuti, bambini che spesso diventavano adulti dentro un ospedale psichiatrico.
Franco Basaglia smaschera la follia cieca della violenza istituzionale e oppone il suo rifiuto morale e politico, e insieme alla sua équipe compie una delle più importanti rivoluzioni della nostra storia contemporanea. Seguiamo le vite degli internati attraverso il filo conduttore dei suoi pensieri e azioni che restituirono non solo la dignità al malato ma alla società stessa, quindi a tutti noi che ne facciamo parte, per riflettere soprattutto su chi e cosa siamo diventati oggi.
Documenti raccolti da Tullia Alborghetti, Nicoletta Peloso e Mauro Serio presso l’Archivio di Stato di Trieste
Adattamento Teatrale: Tullia Alborghetti, Mauro Serio, Fulvio Falzarano
Consulenza tecnico artistica: Alessandro Metz
Progetto di Reading Teatrale con la collaborazione di Fulvio Falzarano, Mauro Serio, Tullia Alborghetti, Costanza Dolce, Riccardo Pieretti, Luigi Orsini e Daniele Tenze