Lug 16

Giovedì 18 luglio ore 20.30 Michela Murgia, scrittrice e autrice, teatrale e radiofonica, dialoga con Alessandro Metz, operatore sociale e armatore della nave Mare Jonio del progetto Mediterranea.

Michela Murgia è nata a Cabras nel 1972. Nel 2006 ha pubblicato con Isbn Il mondo deve sapere, il diario tragicomico di un mese di lavoro che ha ispirato il film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti. Per Einaudi ha pubblicato nel 2008 Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell'isola che non si vede, nel 2009 il romanzo Accabadora, vincitore del Premio Campiello 2010, nel 2011 Ave Mary (ripubblicato nei Super ET nel 2012 e nel 2018), nel 2012 Presente (con Andrea Bajani, Paolo Nori e Giorgio Vasta) e L'incontro. È fra gli autori dell'antologia benefica Sei per la Sardegna (Einaudi 2014, con Francesco Abate, Alessandro De Roma, Marcello Fois, Salvatore Mannuzzu e Paola Soriga), i cui proventi sono stati destinati alla comunità di Bitti, un paese gravemente danneggiato dall'alluvione. Sempre per Einaudi ha pubblicato Chirù (2015), Futuro interiore (2016) e Istruzioni per diventare fascisti (2018).

In collaborazione con Mediterranea Saving Humans

Ingresso libero

Lug 15

Di Alessandra Faiella
collaborazione drammaturgica Francesca Puglisi
con Francesca Puglisi
regia Alessandra Faiella

Quanto dura un amore oggi? E un lavoro? E un telefono cellulare? Un percorso esilarante e malinconico nell’incertezza dei nostri giorni, dove invece che aggiustare un oggetto si prefeerisce sostituirlo e si finisce per fare la stessa cosa anche con le persone.

Un monologo sul tema della precarietà: il lavoro, la casa, l’amore visti attraverso gli occhi di una Francesca, giovane donna e attrice di teatro che racconta con umorismo partenopeo e autoironia la sua realtà quotidiana. Una spassosa autocritica che mira ad un rapporto di immediata empatia con il pubblico per un viaggio tragicomico attraverso vicende di ordinaria instabilità.

La precarietà ha molti volti: è un alibi per vivere sempre secondo le proprie esigenze senza prendersi troppe responsabilità, è condizione subita oppure scelta coraggiosa. Attraverso episodi emblematici della sua vita sentimentale e lavorativa la protagonista risulterà alla fine non essere molto diversa da chi fa un mestiere socialmente riconosciuto.

 

Ingresso libero

Lug 11

La musica dell'epoca dello swing si sta godendo una rinascita tra i bar e i club della città di tutta Europa, in particolare ha grande successo il periodo degli anni '30 e '40, spesso definito il 'Golden Age of Jazz'. Con i suoi ritmi e stomps pompanti, non manca mai di far ballare la gente in piedi.
La Coquette Jazz Band è stata fondata nel 2016 dal trombonista Matyas Papp e dal pianista Matyas Bartha. Trovando un linguaggio comune nello stile musicale che amano di più, i due decisero rapidamente di espandersi e cercarono i migliori musicisti per completare il loro ensemble. Il risultato è un favoloso gruppo di giovani talenti internazionali provenienti da Ungheria, Lettonia, Serbia e Ucraina, con base a Graz, tutti dedicati a riportare i classici dell'età dello swing a nuova vita con verve e passione.

Nel loro repertorio canzoni e arrangiamenti di Fats Waller, John Kirby, Bix Beiderbecke o Duke Ellington.

Si sono esibiti in molti festival di danza swing come il Maribor Swing Festival, l'Ice Swing Holiday, l'April Swing Break o la One Minute Challenge.

Hanno all'attivo due dischi "Is not This A Lovely Day" e "Jive At Five".

Serata in collaborazione con Trieste Swing 

Ingresso libero

Lug 08

LUNATICO FESTIVAL I NARRAZIONI

giovedì 11 luglio ore 20.30
Una cosa oscura, senza pregio
reading-concerto

di e con:
Andrea Olivieri, voce narrante
Michele Dal Lago, chitarra e voce
Francesco Mosna, chitarra, dobro e voce

Nel quasi-romanzo «Una cosa oscura, senza pregio» la turbolenta e drammatica vicenda dello scrittore sloveno americano Louis Adamic si intreccia con quella della resistenza antifascista dell'Alto Adriatico e con «il sogno di una cosa» chiamata Jugoslavia. In questo reading-concerto tratto dal libro, la popular music dall'America profonda del duo Dal Lago-Mosna accompagna le emozionanti vicende delle partigiane e dei partigiani che vissero la propria epopea a cavallo di frontiere instabili e di appartenenze in perenne mutamento.

Ricordiamo Louis Adamic soprattutto come l’autore di un libro «di culto», di quelli che è facile fraintendere, che a maneggiarli scottano le dita, che incatenano i loro autori a immagini stereotipate: Dynamite: The Story of Class Violence in America, scritto nel 1931 e riscritto nel 1934. Eppure, prima di trovare una morte enigmatica negli Stati Uniti della «caccia alle streghe», Louis fu tante persone, forse troppe: inquieto adolescente sloveno nell’impero austroungarico, migrante transatlantico in cerca di fortuna, americanissimo scrittore on the road, padre mai riconosciuto del New Journalism, cantore delle comunità meticce dei nuovi proletari (un Jack London mitteleuropeo tra gli scioperi degli Industrial Workers of the World), agitatore politico e infine sostenitore della Iugoslavia del maresciallo Tito. Una storia, molte storie a cavallo tra due continenti, tra i mostri del ventre d’Europa e l’American Dream spazzolato contropelo. Andrea Olivieri ha costruito un oggetto narrativo dove ogni capitolo è un campo minato, una narrazione ibrida squassata da continue esplosioni. L’autore non solo ricostruisce la storia di Louis nella sua complessità, ma ne adotta il metodo giornalistico e la poetica, ibridando fiction e non-fiction, e ne incrocia le traiettorie con quelle di altri proletari “meticci”, vissuti in una zona dai confini incerti e dunque dai molti, troppi nomi: «Litorale adriatico», «Primorska», «Venezia Giulia», e chissà quanti altri.In uno sviluppo sorprendente, la biografia di Adamic dialoga con la storia di famiglia dell’autore. Famiglia di operai antifascisti e partigiani, protagonisti di un’epopea tra la Via Flavia e il West, nomadi tra i porti e cantieri navali di Monfalcone, Trieste, Fiume.

Lug 08

LUNATICO FESTIVAL I TEATRO

martedì 9 luglio ore 20.30
Orsetti alla vodka
corti teatrali di Corrado Premuda
con Sara Alzetta e Francesco Facca

C’è chi parla con un collega, chi con la madre – che è un po’ come parlare da soli, qualcuno addirittura si rivolge al Cielo. Si vorrebbe comunicare, trovare un modo per confidarsi, ma non è cosa facile. Bisogna azzeccare il momento giusto… una pausa di lavoro, una festa alcolica, o una diretta televisiva… “Orsetti alla vodka” è composto da tre testi teatrali di Corrado Premuda.
“Li ho scritti”, dice l’autore, “pensando ai due interpreti, Sara Alzetta e Francesco Facca, con cui ho già lavorato. Modellando le caratteristiche dei personaggi sugli attori, ho costruito tre diverse scene per raccontare alcuni temi che mi interessano e che indago nella mia scrittura: i rapporti e le dinamiche spesso contraddittorie della famiglia, le infinite piccole nevrosi che accompagnano la nostra vita, e la credulità popolare che diventa spettacolo.”

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