Martedì 2 agosto al Lunatico Festival spettacolo del collettivo milanese di video satira alle 21.00, preceduto dal dj set di Radio Fragola

Da fenomeno che impazza sulla rete alle tavole dei palcoscenici, Il Terzo Segreto di Satira – LIVE e? un ibrido comico, a meta? tra lo spettacolo teatrale e l’happening anarchico che vede in scena gli stessi autori/registi dei famosi video on-line intenti a costruire un originale percorso narrativo creato attraverso una strana commistione tra web e teatro.
Alla serata di Trieste saranno presenti tutti e 5 gli autori  (Davide Rossi, Davide Bonacina, Andrea Mazzarella, Andrea Fadenti e Pietro Belfiore) insieme agli attori Marco Ripoldi e Renato Avallone.
Lo spettacolo propone da una parte la proiezione dei filmati piu? significativi de Il Terzo Segreto di Satira, andati in onda sul loro canale youtube e in televisione, dall’altra scene inedite dal vivo recitate dallo storico gruppo di attori, che proseguono il filo conduttore gia? avviato in video.

Politica, societa?, attualita?, conflitti tra personaggi appartenenti a fazioni politiche opposte, costruzione e decostruzione di stereotipi e cliche? tipici dei partiti politici, ma anche archetipi ricorrenti come “il renziano” o “il dalemiano”. Tutti questi elementi costruiscono uno spettacolo originale, inserito in un contesto di quotidianita? e vita vissuta, condito dalla presenza degli autori/registi stessi che cercano di limitare i danni e di tenere a bada il probabile caos sul palco.

Il Terzo Segreto di Satira è un collettivo

Il Terzo Segreto di Satira è un collettivo formato da cinque giovani autori diplomati nel 2010 alla Civica di Cinema di Milano. Hanno formato un gruppo di lavoro insospettabilmente metodico. Scrivono insieme e prendono ogni decisione in comune con democrazia, votando ad alzata di mano, “Tanto siamo dispari, la maggioranza è assicurata “. Nascono poi così i loro corti, che girano in zona Chinatown, dove hanno l’ufficio, e montano da sé. Cochi e Renato, Jannacci e il Derby, i loro modelli insieme ai Monty Python.

Hanno saputo farci ridere sullo smarrimento della sinistra con intelligenza e ironia surreale. In rete i loro video sono diventati virali fino dal primo Il favoloso mondo di Pisapie girato nel 2011 sull’onda della campagna elettorale del sindaco e visualizzato da più di 800mila persone. Ormai il loro canale YouTube ha superato le 10 milioni di visualizzazioni. In tv hanno collaborato, oltre alle due stagioni di Piazzapulita, con Report, In Onda (La7), Gli sgommati su Sky Uno e Aggratis su Rai Due.

I loro live sono “un misto di proiezioni, anche di inediti, e di sketch dal vivo, per lo più derivati dai video. Sul palco portiamo le situazioni più teatrali, come il ‘dalemiano’ e quelli che non possono votare, ma anche gag create per l’occasione come la battaglia tra l’elettore del vecchio e del nuovo Pd, il bersaniano contro il renziano… Tra i due linguaggi non ci sono poi grosse differenze, anche se la recitazione in video è più minimal. E dalla nostra abbiamo il vantaggio che i nostri attori provengono tutti dal teatro, con loro andiamo sul sicuro “.


Se ti metti su internet non devi chiedere niente a nessuno

“Se ti metti su internet non devi chiedere niente a nessuno, non ci sono intermediari di sorta. Quando abbiamo fatto “Il dalemiano” che durava nove minuti, eravamo perplessi noi stessi per la durata del video, con cinque persone che parlavano in una stanza. Quando è uscito abbiamo ricevuto molti complimenti anche dagli addetti ai lavori ma siamo sicuri che, se avessimo proposto il video a quegli stessi addetti ai lavori, ce l’avrebbero rifiutato. Il problema è che Youtube ti dovrebbe permettere di sopravvivere. Lo stand-up comedian che fa il suo monologo ha costi molto bassi, mentre noi ci muoviamo sempre in almeno 8-9 persone”.

“Abbiamo avuto la fortuna di esordire in un periodo particolare. Era il 2011 ed eravamo nell’ultima fase felice di Berlusconi. Poi c’è stato lo stallo di Monti che è durato un annetto. Il contesto storico era favorevole a una ripresa di interesse per la satira politica. Dieci anni fa c’erano dei contenitori comici adatti alla satira, per esempio i programmi della Dandini. Oggi invece ci sono solo i talk show che offrono qualche spazio”.

“La satira sui personaggi della sinistra non è stata una scelta a tavolino, ci è venuto naturale. Noi siamo tutti di sinistra, è stato un modo per esorcizzare le nostre paure”.

Lunedì 1 agosto al Lunatico Festival nel Parco di San Giovanni spettacolo teatrale LE FA MALE QUI? di Pino Roveredo
Con Nicoletta Destradi, Federica Ferluga, Francesca Giassi, Francesca Marsi, Emily Menguzzato, Claudia Pezzuti, Mara Svevo, Lilli Zumbo. Regia “confusa” di Pino Roveredo – Aiuto regia: Gigliola Bagatin
Lo spettacolo scritto da Pino Roveredo è un atto unico che racconta una ‘normale’ giornata presso un posto di pronto soccorso. Tra la farsa e la tragedia, tra i dolori, le risate, gli improperi e le preghiere di tante vite normali e al limite.
Un testo insolito, ruvido e divertente, profondo e giocoso allo stesso tempo per uno spettacolo che si addice perfettamente all’idea di teatro e alla prassi teatrale che lo scrittore triestino porta avanti da anni in diverse situazioni e contesti.
Il gruppo di attrici che qui interpretano anche i ruoli maschili (il contrario del teatro elisabettiano, insomma) nasce dal non-corso di scrittura “Come non diventare famosi” tenuto quest’inverno dallo stesso Roveredo presso il Teatro Miela. Un gruppo che si è formato attorno a un modo di fare teatro che vuole privilegiare le emozioni, la comunicazione diretta e franca, il lavoro di gruppo e i ‘bei’ rapporti umani tra persone anche di diversa formazione e cultura.
Un lavoro pieno di sensibilità, quindi, declinato con voce e anima femminile e che ha costretto anche il nostro regista scrittore a far firmare la sua ‘regia confusa’ al suo alter ego Pino Roveredo.

Al calendario del Lunatico Festival si aggiunge un nuovo appuntamento: sabato 30 luglio un incontro pubblico sul rapporto fra Città e Cultura.

Negli ultimi mesi abbiamo organizzato diversi incontri, al Posto delle Fragole prima e all'interno del Lunatico Festival adesso, in cui la Cultura era ed è il tema da cui partire per approfondire diverse questioni. La Cultura della Cura, il prendersi cura delle persone, dei corpi e delle comunità; la Cultura e l'arte da deistituzionalizzare per riprendere quel valore alto e di trasformazione dell'esistente che l'arte deve portare con sé; la storia e le contraddizioni delle nostre quotidianità; il movimento migratorio e le culture che porta...
Una domanda rimane sottesa e dobbiamo continuare a porre: la politica sulla Cultura è adeguata?

Sul palco del Lunatico arriva la seconda band internazionale di questa edizione: direttamente da Londra i New Opera Hero. Definirli band è riduttivo: ai suoni elettronici e ai riff di chitara uniscono un visual show estremamente originale e coinvolgenete. Le loro performance live dei New Opera Hero sono così straordinari che le loro prime tournèe sono state nei musei e nei teatri.

Steff Ungerer e Michael Wilson, i fondatori dei New Opera Hero hanno diretto, composto, scritto e disegnato per il teatro, opera, concerti, TV, giochi e installazioni per computer. I loro crediti internazionali vanno dai Pet Shop Boys a Lady Gaga e l'Opera Nazionale di Tokyo. Il loro interesse per la performance musicale inizia con una collaborazione con Asian Dub Foundation con la loro prima produzione "Osservazioni parallele", che ha debuttato a maggio 2009 presso la Royal Opera e Liegi, in Belgio.

Il loro spettacolo vi proietterò nel mondo dell'elettronica attraverso un mondo virtuale fatto di proiezioni olografiche e tecnologia interattiva, combinando l'energia di una band dal vivo con una narrazione continua con personaggi animati, come una versione del celeberrimo The Wall dei Pink Floyd in chiave contemporanea.

Sotto il velo del luogo comune
Cose che non sappiamo dell'Islam, del Medio Oriente e di noi stessi

con 

Lorenzo Declich, islamista e giornalista

Allah, jihad, umma, iman: parole che, spesso affiancate a islamofobia, terrorismo, ISIS e dittatura, sentiamo utilizzare ogni giorno, o che noi stessi utilizziamo, spesso senza una precisa idea del significato autentico che hanno per una porzione significativa della popolazione mondiale. Lorenzo Declich, autore tra gli altri di «Islam in venti parole» (Laterza 2016) e «Giulio Regeni, le verità ignorate» (Alegre 2016) affronta gli stereotipi che troppo spesso sentiamo in politica e nei media per aiutare a capire l’Islam, e le manipolazioni della cronaca giornalistica che inquinano la comprensione di vicende come la drammatica morte di Giulio Regeni.

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