Microarea Zindis raccontata attraverso gli occhi e le parole di chi la vive

07 Gennaio 2015 Scritto da 

Cosa significa frequentare la Microarea Zindis? Quali sono le sensazioni e le impressioni di chi per la prima volta varca la soglia di questo punto di ritrovo? Scopriamolo insieme con questo resoconto scritto da Fabio Musco, che opera presso la Microarea.

“Da spazzino a giornalista” di Fabio Musco

Il primo giorno in cui ho messo piede nella sede di Microarea Zindis era di Giovedì. La scrivania era stata adibita all’accoglienza medica degli abitanti del quartiere, ma la cucina e tutto l’ambiente erano in piena attività. Venivano preparate pietanze, caffè e stuzzichini vari che venivano poi serviti liberamente sulla tavola al centro della stanza.
Questo carattere di informalità, come avrei scoperto più tardi, è una peculiarità della Microarea, e non è stato facile per me abituarmici, avvezzo come sono a degli ambienti di lavoro più strutturati nei compiti e nelle gerarchie. Per lasciare spazio alle attività che si stavano svolgendo, mi sedetti in un angolo del divano insieme a Raffaella, la mia tutor come borsista dell’azienda sanitaria. Parlammo un po’ con Margherita, la coordinatrice del progetto, su ciò che si stava svolgendo e che si fa nella Microarea – che è sostanzialmente un posto di ritrovo - ed emerse che alcuni abitanti avevano espresso il bisogno di qualcuno che si occupasse della pulizia della stradelle del quartiere. Mi offersi di poter svolgere questa per cominciare a prendere confidenza col quartiere e i suoi abitanti e la mia proposta fu ben accolta.
Quest’attività non mi ha impedito, però, di assaporare quei momenti di ritrovo che sono l'”informale peculiarità” di Microarea, cosicché ho potuto cominciare a conoscere le varie persone che frequentano assiduamente la sede del progetto in cerca di un po’ di compagnia o di un semplice caffè – e devo dire che non sono poche. Essendo la mia memoria per i nomi piuttosto scarsa, per il momento preferisco – non me ne voglia nessuno – non citare alcuno in particolare, anche se è ovvio che ognuno/a, con le speciali sfumature di carattere che lo contraddistinguono, sa animare l’ambiente e dargli quel tocco di originalità che solo quella persona potrebbe dare.
Al momento, per quanto riguarda il lavoro di pulizia delle strade, mi sono occupato essenzialmente dell’area circostante la sede – anche perché le strade sono nel complesso abbastanza pulite e in ordine. In particolar modo ho cercato di ripulire il piazzale che, in occasione delle feste di Natale, ha ospitato un meraviglioso albero e una scritta luminosa di auguri.
Tutto sommato, pensando al piacere che può arrecare agli abitanti, spazzare il fogliame dalle strade di Zindis è risultato non solo leggero ma, in qualche momento, persino piacevole, intervallato da qualche piccola pausa, un ‘Buongiorno’ scambiato con qualcuno o accompagnato da un canto o dalla recitazione di qualche poesia a memoria, reminiscenza delle mie conoscenze scolastiche o extra-didattiche.
Vedremo cosa riserverà il futuro, e soprattutto quali nuove esperienze potrò raccontarvi nel prossimo articolo.
Un saluto da Zindis e dalla Microarea.