Si conclude il Lunatico Festival con un fuori cartellone che prosegue la riflessione sulla contemporaneità: martedì 13 settembre alle ore 21.00 arriva sul palco del Parco di San Giovanni, sostenuto da Coop Alleanza 3.0, “Rumore di Acque” una produzione Teatro delle Albe-Ravenna Teatro, che indaga il dramma dei migranti.
“Il primo racconto di traversata che ho ascoltato a Mazara, nell’autunno del 2008, fu quello di una minuta, coraggiosa donna tunisina: timida, col suo italiano spezzettato tra i denti, faceva fatica ad alzare gli occhi. Cambiai il suo nome in Jasmine, trasfigurando la sua storia e mantenendone gli aspetti essenziali. E’ l’unica storia, tra quelle evocate dal Generale, che riguarda non un annegato o uno scomparso, ma una vita che si salva. Si salva davvero?” –spiega Marco Martinelli nelle sue note di regia– “Quel generale acido e nevrotico, quel funzionario che ne ha le scatole piene di star lì a contare numeri e morti e metterli in fila, quel ragionierino demoniaco e sarcastico, quello spettatore impotente davanti ai telegiornali, quello, proprio quello, siamo noi. Sono io. ”
“Rumore di Acque”, patrocinato da Amnesty International, ha debuttato in prima nazionale al Ravenna Festival nel luglio 2010 ed è stato rappresentato in vari luoghi, da Lampedusa alla Corsica, dalla Germania al Belgio, dalla Francia agli Stati Uniti al Cile. In questi anni è stato tradotto in tedesco, francese, inglese, spagnolo, rumeno e portoghese.
“Rumore di Acque” chiude l'edizione 2016 del Lunatico Festival, il calendario di appuntamenti ad ingresso libero che ha animato le notti estive del Parco di San Giovanni di Trieste. Un arrivederci alla prossima estate ma anche un'anteprima di “Ad Alta Voce”, la manifestazione di Coop Alleanza 3.0 che porterà letture in luoghi insoliti della città di Trieste dal 20 al 22 ottobre 2016. Elio Gasperoni, vicepresidente attività istituzionali e governance sociale di Coop Alleanza 3.0, interverrà in apertura di serata per un saluto e per anticipazioni su programma, luoghi e ospiti della manifestazione culturale.

Rumore di acque
di Marco Martinelli
ideazione Marco Martinelli, Ermanna Montanari
regia Marco Martinelli
in scena Alessandro Renda
musiche originali Guy Klucevsek
spazio, luci, costume Ermanna Montanari, Enrico Isola
sartoria e capi vintage Laura Graziani Alta Moda, A.N.G.E.L.O.
tecnico luci Fabio Ceroni
tecnico del suono Enrico Isola
promozione Silvia Pagliano, Francesca Venturi
coproduzione Ravenna Festival, Teatro delle Albe-Ravenna Teatro col patrocinio di AMNESTY INTERNATIONAL

"Una questione di forma… Essere uguale agli altri non significa fare quello che fanno tutti; più semplicemente significa essere se stessi ovunque e con chiunque, senza per questo sentirsi a disagio." Pino Roveredo

Cooperativa sociale Reset e Pino Roveredo, scrittore e Garante regionale dei diritti della persona con funzioni di garanzia per le persone private della libertà personale, insieme agli amici di scritture “Mal-educate” con il patrocinio dell’Azienda per l’Assistenza Sanitaria n. 1 triestina presentano il reading “Una questione di forma”. Lo spettacolo, ad ingresso libero, si terrà allo Spazio Villas mercoledì 7 settembre alle ore 21. Un fuori cartellone del Lunatico Festival per far conoscere al pubblico del Festival questo importante progetto.

"Una questione di forma" è stato realizzato all’interno del progetto “Scritture mal-educate” ideato da Pino Roveredo, attuato dalla cooperativa sociale Reset, e reso possibile grazie alla straordinaria partecipazione degli amici del Distretto 4 di Trieste, con il finanziamento di TriesteAbile in collaborazione con in collaborazione con il Distretto 4 dell’Azienda Sanitaria n. 1 triestina e il Comune di Trieste. Una sperimentazione ormai consolidata non ha pari in Italia e pone Trieste, non a caso simbolo della de-istituzionalizzazione e della realizzazione di percorsi finalizzati al benessere e all’inclusione, capo fila nell’integrazione e nella qualità di vita di chi quotidianamente affronta il macigno della sofferenza, del pregiudizio, dell’isolamento. Un’esperienza avviata nel 2014 che, articolandosi in incontri settimanali dove ci si ascolta e ci si racconta attraverso storie, stati d’animo, parole, versi, scritture, ha dato vita da un lato a delle pubblicazioni dall'altro a diversi reading che sono stati rappresentati in vari luoghi della città.

"Da “Fuori controllo” (la prima pubblicazione) a “Una questione di forma”… un percorso felicemente aggrovigliato di muscoli, umori, emozioni ed abbracci, un percorso che continua, non si ferma, anche perché interromperlo sarebbe un’offesa a tutti gli attimi di benessere conquistati."

 

L'inserimento lavorativo di persone provenienti dall'area dello svantaggio è da sempre uno degli obiettivi primari della cooperazione sociale. La sfida è creare percorsi virtuosi, in grado di valorizzare ed emancipare persone abitualmente escluse dal mondo lavorativo e, contemporaneamente, proporre forme di integrazione sociale e benessere.
Un esempio virtuoso che arriva dalla Provincia di Brescia è la cooperativa sociale Clarabella, produttore biologico di Franciacorta DOCG, che sarà ospite al Posto delle Fragole nel Parco di San Giovanni a Trieste giovedì 1 settembre alle ore 17 per raccontare il proprio lavoro sul territorio attraverso una degustazione gratuita di alcuni loro vini.
“La nostra esperienza nasce dalla tipica “saggezza” contadina, in base alla quale tutti sono a loro modo abili, quali che siano il livello culturale o le condizioni mentali, perché le piante e gli animali non discriminano nessuno, non si voltano dall’altra parte e crescono sane chiunque le accudisca.”
Durante la degustazione, per cooperativa Clarabella sarà presente Alessandro Mogavero che ripercorrerà la storia e la mission dell'azienda attraverso l'assaggio di quattro loro vini:

Franciacorta Brut DOCG
Eletto Vino Slow alla sua prima apparizione nella guida Slow Wine 2014. Uno dei vini che abitualmente potete gustare al Posto delle Fragole

Franciacorta Saten DOCG
Morbida delicatezza potrebbe essere la spiegazione di questo nome coniato dai produttori del Franciacorta.

Franciacorta Pas Dosè DOCG
Ottenuto principalmente dal vigneto denominato “Cascina” adiacente la cantina e l’intera struttura di Clarabella

Franciacorta "180" DOCG  2009
Dedicato alla legge n.180/1978 (Legge Basaglia) che ha cambiato il modo di pensare e trattare la psichiatria; un lungo e tortuoso percorso al quale è intitolato il primo millesimato top di gamma della produzione.

Sarà inoltre l'occasione per conoscere meglio un prodotto del nostri territorio: l'orange wine 180.

Clarabella aderisce al Consorzio per la tutela del Franciacorta e applica il Disciplinare di produzione dei vini a denominazione di origine controllata e garantita “Franciacorta”
A identificare questo vino, prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia, è il nome della regione geografica, dove crescono le sue vigne Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco. Una sola espressione – Franciacorta – che definisce un territorio, un metodo di produzione e un vino.
E' una cooperativa sociale, solidale ed inclusiva, che crea occasioni di lavoro per persone con disabilità psichica e fisica; una cooperativa agricola, che si prende cura del suo territorio con coltivazioni biologiche, ne preserva la cultura e sviluppa progetti di accoglienza turistica per diffonderne la conoscenza.

Fino al 10 settembre è visitabile la mostra “Le forme della memoria. Arte, monumentalismo e spazio pubblico” nelle sale della Biblioteca Civica “Giuseppe Zigaina” in Via Trieste, 33 a Cervignano del Friuli, frutto del percorso didattico “Le Forme della Memoria”, che ha intrecciato i temi della memoria, della narrazione storica e della progettazione artistica. 
La memoria prende forma e si materializza in quattro monumenti contemporanei: narrazione storica, opera monumentale e spazio pubblico. Dal 1914 ad oggi, con uno sguardo al futuro. Un percorso di progettazione che ha visto come protagonisti le ragazze e i ragazzi della classe 1 ACM dell’ITT “A. Malignani” in collaborazione con l'area didattica della cooperativa sociale La Collina.

 “Le Forme della memoria” è un progetto ideato da La Collina e realizzato nella cornice del progetto ENSEIGNER LA GUERRE, ÉDUQUER À LA PAIX - programma Erasmus + Ka2, con il coordinamento della Prof.ssa Silvia Gottard.

La mostra è visitabile nei seguenti orari:
lunedì 9.30 – 12.00 e 15.30 – 19.00
martedì 9.30 – 12.00
mercoledì 9.30 – 12.00 e 15.30 – 19.00
giovedì 9.30 – 12.00 e 15.30 – 19.00
venerdì 9.30 – 12.00 e 15.30 – 19.00
sabato 9.30 – 12.00

Una serata dedicata ai bambini. Le loro storie e quelle delle persone che li aiutano, in fuga dai luoghi di guerra per arrivare ai luoghi di cura. In collaborazione con la Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin.

Il 28 gennaio 1994 tre inviati della sede Rai di Trieste – Marco Luchetta, Dario D’Angelo e Alessandro Saša Ota – vengono uccisi a Mostar nel corso di un bombardamento.
I tre si trovavano in Bosnia per realizzare un servizio sui bambini vittime della guerra. Meno di due mesi dopo, il 20 marzo 1994, l’operatore triestino Miran Hrovatin cade in un agguato nei pressi di Mogadiscio (Somalia) assieme alla collega Ilaria Alpi.
La Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin nasce in quelle settimane, sotto forma di Comitato, per ricordare in modo concreto gli amici scomparsi. Amici e familiari decidono quindi di indirizzare l’attività a sostegno dei bambini vittime della guerra.
Scopo della Onlus è garantire le cure necessarie ai piccoli feriti o colpiti da malattie difficilmente curabili nei Paesi di origine. Dal 1994 più di 500 bambini hanno alloggiato nelle strutture della Fondazione, accompagnati dai loro familiari.
In questi anni la Onlus è diventata un punto di riferimento internazionale. Vista la crescita delle attività e l’aumento esponenziale delle richieste di aiuto, la Fondazione si è dotata di tre centri di accoglienza, capaci di ospitare fino a 56 persone nel rispetto degli spazi di ciascuno.
Nel corso di questi anni, la Fondazione ha realizzato anche numerosi interventi di sostegno all’estero, contribuendo all’acquisto di medicine e apparecchiature mediche o al finanziamento di scuole, ambulatori, mezzi di trasporto e così via. Con l’inasprirsi della crisi e il conseguente allargamento delle sacche di povertà in Italia, la Onlus ha esteso il proprio campo di azione al sostegno delle famiglie locali che si trovano in condizioni di particolare difficoltà.

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