I Rideouts arrivano al Lunatico Festival per presentare il disco uscito a gennaio 2016: Heart and Soul.
Cosa accade quando raffinatezza rock anglo-americana, jazz e una punta di psichedelia vengono sapientemente mescolate in un unico album? Accade che i Rideouts, gruppo triestino fondato nel 2003 da Massimiliano Scherbi e ormai ben radicato nella scena italiana ed internazionale, incidono un nuovo album: Heart and Soul .
Il 28 gennaio 2016 apre le porte alle 11 tracce di un disco incantevole che abbraccia il pop e il rock anni 60 e che troverà indubbiamente orde di fan impazienti ad accoglierlo. Eleganti melodie british e forza americana unite da un gusto tutto italiano sono i perni su cui poggia questa gemma che nulla ha da invidiare a prodotti di band nazionali ed internazionali più blasonate.
Decantato da Richard Oliff, personaggio di spicco della BBC il quale non usa mezzi termini e lo descrive come un mix di influenze che toccano soprattutto Beatles ed Eric Clapton, Heart and Soul si prospetta già un vero e proprio gioiellino rock. Emerge un’estrema raffinatezza con corde di chitarra che vibrano melodicamente mescolandosi a basso e batteria, strumenti che creano un interscambio viscerale con le seconde voci, note armoniose e graffianti riff.
Un album maturo e godibile che sottolinea ancora una volta le abilità di Max Scherbi e soci mettendo d’accordo i nostalgici della grande musica, coloro in cerca di qualcosa di particolare e i giovani che si avvicineranno per la prima volta alla magia del rock anglo-americano.
La serata inizia alle 19.00 con il dj set di Radio Fragola, alle 21.00 il concerto a ingresso libero.
Mercoledì 31 agosto dalle ore 21:00 serata di letture e di festa in onore di Freak Antoni, leader degli Skiantos e anima ironica della controcultura italiana. Special Guest della serata Stefano Cavedoni (Stefano Sbarbo).
Roberto "Freak" Antoni (Bologna, 16 aprile 1954 – Bentivoglio, 12 febbraio 2014) è stato un cantautore, scrittore, attore, artista performativo, poeta e disc jockey italiano.
Roberto Antoni è cresciuto nella cittadina di San Giovanni in Persiceto, alle porte di Bologna, e ha conseguito il diploma di Perito agrario all'Istituto Tecnico Agrario "Arrigo Serpieri" all'inizio degli anni settanta. In quegli anni inizia a prendere forma il personaggio di leader, cantante, paroliere, animatore del gruppo rock demenziale Skiantos, fino ad essere considerato uno degli autori più stimolanti nell'ambito del movimento artistico-culturale post Movimento del '77.
Una commedia civile sul tema del lavoro di accoglienza ai rifugiati. La serata inizia alle ore 19 con gli aperitivi di Radio Fragola e a seguire lo spettacolo intorno alle ore 21
SOCIAL COMEDY – INTRIGO A VIA DOGANELLI
di Maurizio Zacchigna
con Manuel Buttus, Roberta Colacino, Adriano Giraldi, Alessandro Mizzi, Marcela Serli, Maurizio Zacchigna
Regia di Marko Sosi?
Sono due i binari sui quali viaggia la storia. Sul primo troviamo la vicenda scritta dall’autore/personaggio che segue il difficile caso di Ahmad, un ragazzo afgano in attesa di incontrare la commissione territoriale che dovrà decidere se concedergli o meno lo stato di rifugiato. Ahmad nasconde qualcosa, forse un segreto, che rischia però di danneggiarlo. Ci sarà un lieto fine a cui approderemo solo dopo essere andati vicinissimi alla tragedia.Sull’altro binario invece viaggia il rapporto che si crea tra l’autore e i suoi personaggi ai quali lui stesso, nella speranza di ricavarne un aiuto utile per concludere la storia di Ahmad che non è stato capace di completare, ha concesso dei momenti di “out-ploting”, ovvero momenti in cui le sue “creature” sono libere di dire la loro al di fuori del testo ufficiale. Questo sdoppiamento dei piani narrativi ha reso possibile l’invenzione di molti giochi testuali, anche divertenti, in quanto ha permesso lo sviluppo di relazioni più ampie tra i personaggi in scena e, contemporaneamente, di poter veicolare concetti “forti” senza rischiare di cadere nel didascalico o nella retorica. La sensazione è che sull'argomento rifugiati e più in generale sulla questione immigrazione, un’enorme fetta della popolazione non sia disposta a discutere e a voler capire. Una parte di essa resta invece disposta all’intolleranza disinformata. E’ una reazione tipica verso ogni fenomeno complicato, delle cui cause non si conoscono veramente gli estremi, perché ci sono stati sottratti importanti strumenti culturali capaci di favorire la comprensione del mondo. Ogni fenomeno, anche quello che appare più mostruoso, se visto da vicino può sorprendere se lo si spoglia della sua rappresentazione minacciosa e riservare persino sorprese positive. Uno di questi strumenti è ancora il teatro, uno dei più idonei a smantellare i pregiudizi.
Venrdì un doppio appuntamento con la musica elettronica e la sperimentazione al Lunatico!
Nacho E Mos è un progetto di musica elettronica improvvisata che nasce dalle ceneri dei Circo Bazooko e che spazia dal circuit bending al drone con incursioni che possono andare dalla techno al krautrock. Lorenzo Mos (Circo Bazooko) si occupa della costruzione di oscillatori e della modifica di strumenti giocattolo (e non), Nazareno Bassi (Onussen, Drømme) segue la parte software del progetto. Per scelta Nacho E Mos producono la loro musica esclusivamente dal vivo rifiutando la produzione di un demo o un album o qualsiasi confezione.
The Junkologist è un progetto aperto di rielaborazione di detriti sonori, distorsioni e sartoria elettronica, dove molto spazio è dato all'improvvisazione e al situazionismo post-punk europeo.
Non c'è la pretenziosità di certo cantautorato, ma storie autobriografiche di staticità elettrica e ritmo alternato, dipinti iconoclasti di
tempi gravi e ritmi tesi che usano la ripetizione come un'arma."
"The Junkologist è improvvisazione e linguaggio iconoclasta su ritmiche kraut punk, staticità elettrica e ripetizione usata come un'arma."
La serata inizia alle ore 19 con gli aperitivi musicali a cura di Zwei Knödel
Mercoledì 24 agosto arriva a Trieste il grande autore di “Bobo”, anima critica a fumetti della sinistra italiana per chiacchierare con Pino Roveredo di vita, di politica e di incazzature sinistre. L'appuntamento è per le 21.00 al Parco di San Giovanni.
Sergio Staino nasce a Piancastagnaio, in provincia di Siena, nel 1940. Laureato in Architettura, sfrutterà quel titolo per insegnare materie tecniche alle scuole medie nell'area fiorentina. Anche per questo, si stabilisce sulle colline presso Scandicci, con la moglie peruviana Bruna e i figli Ilaria e Michele. Giunto "nel mezzo del cammin di sua vita", tuttavia, l'architetto Staino imbocca una nuova, fortunatissima strada, che gli servirà per descrivere, parafrasandola, la crisi politica ed esistenziale nella quale stava smarrendo la via diritta. Si tratta del Fumetto. Staino vi si avvicina abbastanza timidamente, ignorando di divenire a tempo di record una delle firme satiriche italiane più importanti e popolari. A fumetti, descriverà un po' se stesso e un po' i turbamenti della sua generazione sessantottina attraverso il personaggio di Bobo, che nasce col ritmo della striscia, lo stesso di Charlie Brown e di Beetle Bailey. Le prime tavole scritte e disegnate da Staino, con una presentazione del carismatico Oreste del Buono, appaiono su Linus, nel 1979. Trail 1980 e il 1981, Staino collabora alla pagina culturale del quotidiano romano Il Messaggero e, nel 1982, imposta il suo proficuo rapporto con L'Unità, superato l'iniziale scetticismo sulle possibilità di ironizzare dal podio di un'organo di partito.
Nel 1986, il papà di Bobo fonda e dirige il settimanale satirico Tango, sulle cui pagine sfileranno le migliori firme della satira italiana, molte delle quali provenienti da Il Male, giornale che aveva rilanciato la satira in Italia nel decennio precedente. Scrivono per Staino, tra gli altri, Lorenzo Beccati, Gino e Michele, Francesco Guccini, Renato Nicolini, David Riondino, Sergio Saviane, Michele Serra. Disegnano per lui Altan, Angese, Massimo Cavezzali, Dalmaviva, Ellekappa, Giuliano, Daniele Panebarco, Roberto Perini, Vincino, perfino Andrea Pazienza che, prima di morire, nel l 1988, lascerà in redazione le sue ultime vignette che ritraggono Achille Occhetto.
In quegli stessi anni, lo chiama anche la TV. Dopo aver trasportato Bobo in alcuni sketch dello show Drive In (impersonato da Paolo Pietrangeli), nel 1987, Staino dirige la rubrica Teletango, inserita nel contenitore della domenica Va' pensiero, su Raitre. Per la stessa rete, nel 1990, realizza il film-video Io e Margherita e cura la parte satirica negli "special elettorali" del TG. Quindi, nel 1993 firma il "varietà" Cielito lindo, una sorta di "Zelig ante litteram" condotto da Claudio Bisio e Athina Cenci, dove debuttano televisivamente Aldo Giovanni e Giacomo, Luciana Littizzetto e Bebo Storti. Nell'inverno 1995-96, Staino collabora al TG3 con una vignetta satirica quotidiana. Per il grande schermo, nel 1988 sceneggia e dirige il film Cavalli si nasce, con Paolo Hendel, David Riondino, Vincent Gardenia e la partecipazione straordinaria di Roberto Murolo. Del 1992 è Non chiamarmi Omar, tratto da un racconto di Altan e con uno straordinario cast d'interpreti, da Gastone Moschin a Barbara D'Urso, da Stefania Sandrelli a Ornella Muti. Numerosi i suoi impegni teatrali, da direttore artistico del Teatro Puccini di Firenze alla presidenza dell'Istituzione Servizi Culturali di Scandicci, fino alla direzione artistica dell'Estate Fiorentina. Tra i riconoscimenti ottenuti, si ricordano almeno, nel 1984, il Premio Satira Politica Forte dei Marmi e lo Yellow Kid come "miglior autore" al Salone Internazionale dei Comics, il Premio Tenco/Canzone e fumetto nel 1986 e il Premio Persea 2002, consegnatogli a Firenze nella convention Comicstrip.