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Giovedì 26 luglio alle ore 20.30 al Lunatico Festival incontro con Leonardo Fiorentini, autore di "La cannabi fa bene alla politica" e con Barbara Bonvicini e Viola Tofani curatrici del libro. 

Le politiche sulla cannabis sono in evoluzione in tutto il mondo. L’Uruguay e 9 Stati USA hanno legalizzato quella ricreativa; il Canada si appresta a farlo, mentre le esperienze europee di Olanda e Portogallo sono note. In questo contesto internazionale appare evidente che la questione cannabis non sia più argomento tabù per la politica. Questo volume presenta una rassegna degli ultimi progressi legislativi, politici, parlamentari e di ricerca relativi alla cannabis in Italia. Allo stesso tempo, perché il proibizionismo è un “male” globale, presenta anche una panoramica di cosa si muove sul versante riformatore, principalmente nelle Americhe, con la speranza che le positive esperienze di legalizzazione sia dal punto di vista dei consumi, dei riflessi sociali ed economici, aiutino un processo di presa di coscienza che già attraversa tutte le generazioni.

Mercoledì 25 luglio alle 20.30 al Lunatico Festival "Lontane dagli occhi", incontro sulle crisi umanitarie dimenticate e il ruolo dei media. 

Sul palco Gabriele Eminente, Direttore Generale Medici Senza Frontiere, Annalisa Camilli giornalista di Internazionale, Stefania Battistini, inviata Rai TG1, Ivan Grozny Compasso, giornalista freelance. Tra i relatori anche operatori umanitari della regione al ritorno dalle zone di intervento. Modera Sandro Metz.

Martedì 24 luglio alle ore 20.30 Antonello Taurino presenta al Lunatico festival La scuola non serva a nulla, spettacolo scritto con Carlo Turati. 

Il professore di una scuola di frontiera viene sospeso dal servizio, anche se non si capisce bene perché. Metodi didattici troppo bizzarri? Be’, del resto come fare per accendere quel minimo sindacale di interesse in classi terremotate, multirazziali, multireligiose e multilinguistiche? Ora, prima di tutto c’è da segnalare che l’autore Antonello Taurino, essendo nella realtà docente precario di giorno e attore altrettanto precario di sera, racconta una realtà che conosce direttamente sulla propria pelle, filtrata attraverso lo sguardo autobiografico di un professore che nella vita è anche comico. Così come Carlo Turati, che alterna l’insegnamento alla scrittura per tanti grandi professionisti della risata. Attor comico e insegnante: due mestieri, che, a volte, non sono poi così diversi.
E infatti, fare il prof. nella “Buona Scuola” - in una pessima scuola di periferia - , è una fatica di Tantalo: ma se sopravvivi ne esci capace di recitare Ionesco all’Oktoberfest, affrontare Shakespeare tra i rutti della platea o rendere Pirandello interessante anche al pubblico di Martufello. E proprio in quell’emergenza scolastica, che non è il Vietnam, ma sicuramente è un mondo senza Garroni né lieto fine e che pare sorretto solo dall’eroismo dei singoli, il prof. capisce che conviene mettere da parte il rigore istituzionale per provare a battere altre strade. Non per atteggiarsi a innovatore, no: è proprio che in quelle classi non ha altra scelta, se non osare, innovare, e tanto... Forse davvero esagerando fino all’indicibile, come comincia a profilarsi man mano che procede il suo monologo di aneddoti esilaranti, che spiegano anche ai non addetti ai lavori il grottesco d’una situazione però purtroppo reale e sconvolgente. Il prof. con le sue nevrosi incarna davvero un’emergenza sociale: si barcamena nel microcosmo di alunni e colleghi - anch’essi riconoscibili nei loro tic caratteriali – e ci parla di una generazione iperconnessa con cui però non s’è imparato ancora a fare i conti.
“La Scuola non serve a nulla” è un viaggio tragicomico tra i paradossi della Scuola di ieri e della “Buona Scuola” di oggi, forse la peggiore riforma di tutta la storia repubblicana. Nelle aule di oggi, già messe malissimo ieri, convivono antiche rigidità burocratiche e nuove follie kafkiane; il concorsone, la “didattica per competenze”, le gite... Fa ridere? Sì. Solo gli addetti ai lavori? Beh, se siete o siete stati professori, studenti, genitori di studenti, nonni, zii, cugini, amici, conoscenti di professori o di studenti, allora è la vostra storia. Perché se la scuola in macerie è la parabola più amara di un Paese allo sbando, l’unico riscatto possibile può arrivare dalla convinzione che nessuna riforma o burocrazia potrà seppellire (e nessuna tecnologia potrà sostituire) la relazione umana tra docente e studenti. La certezza che il docente, come ogni attore, è un soggetto vivo davanti ad altri soggetti vivi. Ovvio, fino alla sorprendente scelta finale...
-SELEZIONATO PER IL BANDO "RIFUGIO D'ARTISTA - 2016"
-SELEZIONATO PER IL BANDO "THEATRICAL MASS - 2017”
-SELEZIONATO PER IL PREMIO "TROIA TEATRO FESTIVAL - 2017”
“Taurino, attore straordinario, possiede tempi comici strepitosi. Sul palco è come sempre uno splendido folle: sembra capitare lì per caso ogni volta ci sorprende (...). Ma lo spettacolo è un grido disperato, in cui sono miscelati con sapienza e capacità affabulatorie il dolore e l’ironia (...) per una situazione assolutamente agghiacciante, in cui non c’è proprio nulla di divertente (...): un turbine di emozioni in bilico tra risata e sgomento, tra sogno e inferno.” (Paolo Leone, “CORRIERE DELLO SPETTACOLO”)

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