Intervista a Claudio Ascoli protagonista della prossima serata teatrale del Lunatico Festival

25 Luglio 2016 Scritto da 

C’era una volta…il manicomio è una passeggiata teatrale. Un coinvolgente e divertente racconto su cos’erano un tempo i manicomi, sul superamento degli stessi grazie all’azione di Franco Basaglia e sull’oggi, sulla funzione e l’eredità dei luoghi del cambiamento. L’evento grazie alla storica compagnia teatrale Chille de la balanza e a Claudio Ascoli che lo interpreta con la partecipazione di Sissi Abbondanza, e ne firma la regia, approda a Trieste nel parco di san Giovanni, luogo emblematico della rivoluzione basagliana.  
Come nascono i  Chille?
I Chille sono una storica compagnia di teatro di ricerca nata a Napoli nel 1973 e residente a San Salvi, l’ex-città manicomio dal 1998. Così volle Carmelo Pellicanò, l’ultimo direttore del manicomio fiorentina che collegò l’uscita degli ultimi matti con l’ingresso di una compagnia teatrale. Da allora oltre 500.000 sono state le presenze nell’ex-città negata
In cosa consiste lo spettacolo?
Questa è una passeggiata che noi proponiamo dal 1999 e che ha raggiunto oltre 560 repliche  registrando più di 45mila spettatori. E’ riconosciuta come passeggiata patrimoniale da Unesco e  Consiglio d’Europa. Entriamo negli ex manicomi e proponiamo edizioni sempre nuove e diverse che si adattano alle singole realtà e situazioni. Abbiamo l’obiettivo di far riflettere, sorridendo. Di recuperare una memoria viva di quella che fu la rivoluzione di Franco Basaglia e della sua équipe, con la necessità di una riqualificazione di spazi e nuove relazioni tra le persone.
Con quali strumenti?
Attraverso la storia di chi ha vissuto quegli anni. Leggendo lettere, ripercorrendo le testimonianze e passeggiando nei luoghi e negli spazi dell’ex ospedale psichiatrico. E’ un viaggio nella storia teso a recuperare una memoria viva dei fatti, dalla contenzione dei pazienti al superamento basagliano. Comunichiamo la bellezza di questo passaggio, facilitiamo la presa di coscienza di questa rivoluzione che è nata proprio da Trieste, ma non in modo accademico o noioso, né tantomeno nostalgico. Non parliamo tanto di passato, ma di presente e di come quel modello di attenzione verso l’altro, ascolto e integrazione possa essere riprodotto e applicato oggi nel mondo contemporaneo. E’ la storia di  un'utopia concreta - come la definiva lo stesso  Basaglia - con l'obiettivo di costruire una comunità. E' questo, forse, un pezzo della terza rivoluzione, di cui parla Eugenio Borgna, "che ridia slancio a quelle promesse; altrimenti la grande rivoluzione basagliana rischia di svuotarsi e di smarrirsi".

Ultima modifica il Martedì, 26 Luglio 2016 12:23