Il cavallo azzurro corre!

10 Aprile 2020 Scritto da 

Sono a Trieste e mi ritrovo ad imparare parole italiane. Radio Fragola e Lucia mi piacciono talmente tanto che al di là dell’inglese, dell’italiano e del turco mi tuffo in una lingua completamente nuova. Mi sembra di cominciare la giornata prima di tutti. Ci aspetta un programma molto intenso, ma mi sveglio presto per scattare fotografie, così faccio anche il mio programma personale. Sono consapevole di ogni attimo di questo intenso programma e questa consapevolezza mi fa bene. Imparare la storia delle cooperative sociali e visitare il roseto è così prezioso…
Bisogna ridefinire i colori. Anche se è difficile interpretare in modo diverso gli odori e i suoni, bisogna provarci, lo sento. Il colore azzurro non è solo azzurro. È profondo e sentimentale. Quando è tranquillo dice “salutatemi tutti i miei amori”; quando è scontroso, invece, dice “non ho neanche un gatto”. È profondo e scopre; è profondo e insegue le sue passioni, non sa neanche una poesia a memoria semplicemente perché vuole assaporare poesie nuove. È la libertà, la novella, passi coraggiosi. L’azzurro non è solo il colore delle nostre ali. L’azzurro non è solo il mare, il cielo, è nel contempo anche la terra.
Quando torno in Turchia riusciremo a creare Radyo Mavi At? Apriremo la nostra radio nonostante tutto? Forse che abbiamo tutte queste difficoltà quasi insormontabili perché ridefiniamo il colore azzurro e la libertà? Mentre camminavo verso il faro di Trieste ho perso l’orientamento. Ad Ankara ho perso l’orientamento quando sono arrivati il computer, le cuffie, il microfono, l’apparecchiatura per la registrazione dell’audio, quando ho usato il registratore per la prima volta e quando ho lavorato alla musica per il programma radio. Non penso che controllare razionalmente le situazioni in cui ci troviamo sia una priorità, una cosa indispensabile. So che le mie esperienze vissute sono dei giochi mentali e scrivendo adesso penso a Gadamer, alla definizione di “gioco”, al concetto della “precomprensione” e all’idea che esista una relazione tra esperienza ed essere aperti all’esperienza e all’apprendimento.
Il colore azzurro c’era quando il professor Haldun ha ascoltato il primo tentativo di podcast e ha detto “è fatto bene”; quando Aysegul ha scritto i suoi commenti sulla musica di Radyo Mavi At e quando ho lavorato a quella musica con Kursat e Murat; ogni volta che il mio sguardo ha incontrato quello di Delizia; e nella risposta di Meral quando le ho chiesto il suo parere sulla radio. Il colore azzurro c’era anche quando Mehtap e Zehra mi hanno detto di non agitarmi; nell’aiuto del signor Selman; nella poesia che ha scelto Serkan per la radio; nella passione di Volga quando parla della radio ad altre persone; e nelle domande di Seyda. In questo modo l’azzurro che abbiamo ridefinito è il colore non solo della libertà ma anche della creatività.
Lo slogan di Radyo Mavi At è “aggiungi i tuoi sogni alla vita”, perché noi crediamo nei sogni tanto quanto crediamo nella vita. Per favore fate più domande, giovani! Per favore non accettate la vita, i sogni e le risposte così come sono! Più domande fate, più curiosi diventate e più saprete ragionare attraverso un colore azzurissimo. Più domande fate, più vi accorgerete che il sapere conoscibile è immenso e ogni tanto rendervene conto vi metterà in crisi, ma la vita comincia con questa consapevolezza. Date la vostra definizione personale ai colori, ai suoni e agli odori…
La nostra natura è la nostra libertà. Non abbiate paura di essere voi stessi, di essere diversi, la vita comincia qui. Ad Ankara o in un’altra città del mondo ridefinite la vostra casa, il vostro viaggio, i colori, i suoni, il vostro stato d’animo. Quando vi trema la voce e vi agitate tanto da non poter proseguire il vostro discorso, tutto diventerà più difficile... Accettate questa verità e talvolta tremerete talvolta lascerete che il vostro discorso s’interrompa, però sappiate che queste esperienze vi renderanno la persona che siete. Credete nei vostri sogni, la verità comincia qui. Credete nel vostro viaggio, la costruzione della vostra casa comincia proprio in quel momento.
Le emozioni belle e intense che il Mavi At Kafe ci dà da anni ci rende più forti. Durante il suo intervento al Congresso Internazionale su Società e Schizofrenia ad Ankara, la dottoressa Giovanna Del Giudice ha detto: “Quando aumenteranno i Cavalli Azzurri in Turchia, non sentirete più la necessità di vedere l’Italia e di venire a Trieste”. Lo stesso giorno Giovanna ha anche detto: “Avete bisogno di contatti forti”.
Mi viene in mente il processo attraverso il quale la farfalla esce dal bozzolo, la necessità della lotta nel bozzolo perché le ali diventino più forti; mi viene in mente la poesia di Melih Cevdet Anday dal titolo “L’Ufficio Telegrafico”; mi vengono in mente le parole di Ursula K. Le Guin; mi vengono in mente le parole del professor Haldun: “Tutto richiede tempo e impegno, anche comprendere il mondo interiore di chi soffre di schizofrenia”...
Abbiamo fatto domande, abbiamo fatto passi avanti, abbiamo stabilito contatti, siamo diventati più forti.

La forza interiore, la forza che viene dal collaborare, la forza che viene dal saper fare si sono unite e oggi il cavallo azzurro corre a Trieste, ad Ankara e a Balikesir. Esiste una lingua della guarigione completamente nuova. In questa lingua della guarigione noi non siamo “malati”, ma degli individui resi esperti dalla propria esperienza. Un giorno tutti coloro che vorranno parlare questa lingua ne utilizzeranno le parole, le frasi e le regole grammaticali con consapevolezza. Le persone guarderanno al significato della libertà. Impareranno a non ripetere a memoria, faranno passi avanti tramite domande, mettendo in discussione. Per poter essere fluenti in questa lingua, prima dovranno capire che la libertà guarisce e poi dovranno interiorizzarlo.
Quando il dottor Franco Basaglia ha pensato che i manicomi potevano solo essere chiusi, aveva assolutamente ragione. Anche il dottor Haldun Soygur ha ragione quando afferma che questa lingua della guarigione è umana.

Yasemin Senyurt
11.03.2020
Ankara
Traduzione dal turco di Riza Tunc Ozben
Fotografie di Delizia Flaccavento

Ultima modifica il Martedì, 05 Maggio 2020 09:35