Inaugurata al Salone degli Incanti la mostra “La metafora del perturbante” dell'artista argentino Ricardo Cinalli

25 Marzo 2013 Scritto da 
tnet_b4402030a68e49988b7afff0baf8e0eb_dCirca ottanta opere dell'artista argentino di origini italiane Ricardo Cinalli rimarranno esposte presso il Salone degli Incanti fino al 27 aprile. E' stata infatti inaugurata la mostra "La metafora del perturbante", un evento organizzato dall'Associazione Culturale Woland in collaborazione con il Comune di Trieste e con il contributo della Fondazione CRT, di cui la Cooperativa La Collina cura i servizi di accoglienza al pubblico e sorveglianza.
Gli affreschi - per la maggior parte di dimensioni monumentali che gli ampi spazi della location della vecchia pescheria triestina ben si adattano a ospitare – saranno visitabili nei giorni infrasettimanali (martedì-venerdì) dalle 17.00 alle 20.00 e nei weekend (sabato e domenica) con orario esteso dalle 10.00 alle 20.00. La rassegna del pittore sudamericano farà tappa a Trieste soltanto per alcune settimane per poi spostarsi nelle altre città (Venezia, Milano, Firenze, Roma e Palermo): un omaggio "itinerante" che servirà certo a farlo conoscere meglio presso il pubblico italiano.
Ricardo Cinalli, nato nel 1948 a Santa Fe da genitori italiani, si è laureato in Psicologia all'Università di Rosario e vive "diviso" tra Buenos Aires e Londra dove si è stabilito negli anni Settanta. Nel suo curriculum vanta corsi alla Harrow School of Art e alla prestigiosa Hornsey College of Art, famosa per aver avuto tra i suoi iscritti anche John Lennon. E' autore di opere anche in Italia, precisamente a Terni dove ha realizzato l'affresco "La Resurrezione" (2007) sulla controfacciata del Duomo e gli affreschi per la Nuova Cappella della Chiesa di S.M. Della Misericordia (2008).
"La metafora del perturbante" sarà suddivisa in sette sezioni che descrivono i conflitti e gli interrogativi dell'essere umano di fronte ai grandi temi: la trascendenza, dimensione del tempo, l'arte e la creazione, la religione, il sesso, la morte. L'allestimento si avvarrà di punti d'osservazione dall'alto che consentiranno di apprezzare alcune opere distese sul pavimento e percepirne così la meastosità. L'ultimo pittore di giganti si ricorda: "Da bambino salii su una scala e dipinsi la mia stanza". E' stato l'inizio del monumentalismo?
Il catalogo della mostra è a cura di Elzeviro Edizioni.
Ultima modifica il Lunedì, 25 Marzo 2013 12:36