
Il corteo di presentazione e di chiusura dell'evento (con tanto di fischietti, bandierine e gonfaloni delle squadre, un torpedone colorito nel cuore della città ospitante), i percorsi enogastronomici delle cooperative sociali, delle associazioni e di piccole aziende di prodotti tipici dell'artigianato e della gastronomia (un'abbondanza di piatti locali, dai cicatelli al pancotto pugliese, accompagnati da una degustazione di vini), il coinvolgimento degli studenti dell'Università di Foggia e delle scuole in progetti di sensibilizzazione alle tematiche della salute mentale, alla chiusura dei manicomi e alla legge Basaglia, al problema dello stigma ancora lacerante in chi deve fare i conti ormai da anni con il proprio disturbo, sono un po' il sunto dello sforzo attivo compiuto in direzione di un'integrazione a trecentosessanta gradi. Il risultato sono stati accoglienza e ospitalità: una serata che si è risolta, per chi ancora riusciva a stare in piedi dopo il lungo viaggio, in balli, canti e musica.
Dal punto di vista tecnico la formazione de La Collina F.C. ha decisamente ben figurato raggiungendo il terzo posto nella graduatoria finale e dovendo fare i conti con un'eliminazione ai rigori nella semifinale conclusa in parità: resta il rammarico di essersi lasciati sfuggire la finalissima senza mai aver perso una partita e "arrendendosi" solo con i tiri dal dischetto.
Il calcio non ha deluso nella sua capacità di coinvolgere le persone toccando a volte le corde della passione e delle emozioni, trascendendo i linguaggi e le barriere, eliminando qualsiasi confine, tra utente e operatore, tra etnie diverse, tra lingue e culture differenti. Anche se, uscendo dal terreno di gioco, le differenze continuavano a esistere, il campo non ha deluso "nelle forti connotazioni solidaristiche e di inclusione" (menzionate nel progetto), compattando e cementando il gruppo nella concitazione del gioco. Si concorreva per un unico obiettivo tutti, ci si aiutava e sacrificava a vicenda, si veniva incontro all'altro coinvolgendo tutti e esaltando la capacità di questo sport, popolarissimo, di essere praticato da tutti, con un pallone e uno spazio libero.