Ott 24

Anche se non riusciamo mai a raccontare sul sito tutto quello che avviene nella Microarea di Zindis, le attività di supporto alle persone più fragili in raccordo con i servizi e sviluppo di comunità stanno come sempre proseguendo intensamente. Lavoro in rete con i servizi, distribuzione di verdure recuperate dal Mercato Ortofrutticolo (ass. Laura), attività di "pulizia partecipata" delle aree esterne del rione, attività laboratoriali e di autofinanziamento autogestite dalle abitanti coinvolte, progetti per i giovani... E una quotidianità in sede ricca di partecipazione e incontri. Ultimamente sono venuti a trovarci da un Centro Studi di Torino e ci hanno dato il loro punto di vista rispondendo per iscritto alle nostre domande. Pubblichiamo qui interamente le loro risposte, che ci sono sembrate molto utili e interessanti:

Chi siete e come mai siete venuti a Trieste e a visitare le Microaree e Zindis in particolare?
Siamo Daniela Gariglio e Davide Bombini, due collaboratori del Centro Studi DiVI (Diritti per la Vita Indipendente) dell’Università di Torino. Ci siamo interessati alle Microaree poiché ci si prende carico della persona nella sua globalità, in maniera ecologica. È l’approccio che abbiamo noi nel nostro lavoro insieme alle persone con disabilità intellettiva: coprogettare insieme con la persona, la famiglia, il contesto sociale e i servizi attivi, un percorso di vita teso al godimento dei diritti. Non ci focalizziamo sugli aspetti di disabilità quando progettiamo. Li mettiamo tra parentesi (che non significa dimenticarsene) per impiegare uno sguardo olistico. Per questo le Microaree ci sono sembrate interessanti da vivere. La scelta di Zindis è dovuta, come spesso accade nella vita, a un insieme di fattori: voluti alcuni e casuali altri. Uno di questi è stata la conoscenza di Margherita, coordinatrice di Zindis, che ci ha raccontato l’approccio impiegato nel lavoro con le persone; e ci è sembrato molto interessante.

Che impressione vi ha fatto il progetto microaree e di Zindis in particolare? Avete suggerimenti da darci per il futuro?
Parlare di che impressione ci abbia fatto è assolutamente complesso da ridurre in poche righe e, forse, non ci sono abbastanza parole per spiegarlo. Abbiamo visto qui (e a Ponziana) un approccio alle persone profondamente umano. Le persone del quartiere possono entrare in Microarea come a casa di un amico accogliente. Trovano persone preparate e professionali che non si barricano dietro alla formalità della loro professione ma danno pieno valore alla dimensione relazionale, fatta da due (o più) persone e dalle loro identità e specificità. Il clima a Zindis è disteso, informale ma mai banalizzante: appena entrati si percepisce complicità tra tutte le persone, un’amichevolezza che permette di sostenere la persona in ogni suo bisogno senza mai svalutarne la dignità, le competenze, i diritti… Le persone, tutte (operatori e non) sono competenti sul proprio quartiere, i problemi e le soluzioni si condividono e si progetta insieme come rispondere alle necessità. Questo, oltre che raro, è un indicatore di buona salute di un servizio, che non dimentica mai che si stia lavorando con persone, dotate di dignità, indipendenza decisionale e competenza sulla propria vita. I suggerimenti per il futuro, con umiltà da parte nostra, non sono precisamente rivolti alla Microarea, ma alle amministrazioni pubbliche: investire di più su queste realtà rende la vita delle persone più felice, aumenta il benessere e previene situazioni gravi di emarginazione. Una ricetta che fa bene a tutti e sul lungo periodo.

Cosa fate a Torino e come lo scambio di Trieste vi può essere utile per il vostro lavoro?
A Torino siamo parte di un Centro Studi Universitario che promuove il diritto alla vita indipendente per tutte le persone con disabilità intellettiva. Il nostro obiettivo istituzionale è orientare le pratiche pubbliche per fare in modo che si trovino modalità personalizzate affinché il diritto sia rispettato in ogni condizione, indipendentemente da gravità, età, genere… Poter osservare la quotidianità delle Microaree ci ha permesso di vedere che esistono buone pratiche che vanno nella direzione verso cui noi tendiamo. Abbiamo focalizzato la nostra attenzione sulle modalità del sistema organizzativo triestino che vi permettono una presa in carico globale e personalizzata della persona e sulle modalità che utilizzate per formare chi vi è attorno, per mantenere quella tensione etica e politica che fa fare bene il proprio lavoro. Abbiamo osservato per qualche settimana le vostre pratiche e ci portiamo a casa un bagaglio pieno di riflessioni che ci aiuteranno nell’orientare maggiormente il nostro lavoro e nel portare cambiamenti nel sistema piemontese.
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Ott 23

Venerdì 20 ottobre alle ore 18.30 negli spazi espositivi del Museo d’Arte Moderna "Ugo Carà" si inaugura la personale dell'artista svizzero Pierre Zufferey "EXIL", curata da Maria Campitelli e organizzata dal Gruppo78 e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia, nell'ambito del progetto PRACC che l’Amministrazione Comunale di Muggia ha varato, già nel 2007, assieme alle associazioni culturali Gruppo78, Juliet e Photo-Imago con l’intento di promuovere e valorizzare le nuove forme artistiche contemporanee, in una prospettiva nazionale e internazionale.

Pierre Zufferey è un artista svizzero che già si è fatto conoscere a Trieste, partecipando ad alcune mostre del Gruppo78 e per una personale realizzata tre anni fa alla Lux Art Gallery.
A Muggia presenta un lavoro ex novo, ideato appositamente per lo spazio del Museo Carà. Abbandona infatti la pura pittura che è il suo mezzo espressivo principale con cui visualizza le sue emozioni più profonde, per aprirsi invece all’esterno, alle problematiche sociali, con un discorso più articolato, sia sul piano linguistico che su quello concettuale.
EXIL è una mostra sulle “migrazioni” che drammaticamente attraversano il nostro tempo. Ma il tema viene affrontato in una dimensione poetica quanto naturale, sovrapponendo alla tragedia umana l’immagine degli uccelli che migrano dal nord verso il sud cercando un clima più accogliente per riprodursi. La migrazione umana al contrario risale dal sud per raggiungere il nord, sperando in una vita migliore. Mostra significativa dunque, di ampio respiro, affrontando un tema unico, che induce alla riflessione, soffermandosi sui cicli vitali della natura in contrapposizione ai cicli anomali subiti dall’umanità per sopravvivere.
La mostra consta di diverse parti. E’ dominata d un’opera “guida” “Nuées/nubi” costituita da 12 stampe su delicata carta giapponese, di 100x80cm ciascuna, un blocco imponente che rappresenta insieme il volo degli uccelli migratori e i migranti umani, piccoli punti in movimento, un popolo che fugge, visto dall’alto. “Una poetica della geo-politica attuale” la definisce l’artista. C’è poi una grande pittura, ”Migrazioni” che insiste ancora sulla veduta dall’alto, di un popolo in cammino verso nuove terre. “Lampedusa” invece è un’installazione di miriadi di scarpe posate al suolo, tutte uniformate e quindi rese anonime dal gesso bianco che le ricopre, con qualche eco delle antiche esistenze cancellate. “Orizzonti lontani” raccoglie 13 opere di piccolo formato, tra loro strettamente assemblate come lo furono i migranti sui barconi, attraversate da una linea rossa, un segnale di speranza all’orizzonte. “Onde di scogliera” infine è un gruppo di piccoli quadri che riproducono appezzamenti di terra in attesa di essere coltivati da nuovi contadini, l’ultimo approdo verso l’esilio, con l’auspicata concretezza però di una nuova vita.
La mostra sarà accompagnata da un libro “ORIGINES” che raccoglie il lavoro dell’artista degli ultimi quattro anni.
Inoltre l’artista ha in corso un’altra mostra personale a NYON presso la galleria Danielle Junod e il 28 ottobre ne inaugura un’altra presso la galleria Catherine Niederhauser a Losanna.
La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile fino a domenica 12 novembre con il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17 alle 19, il sabato dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, la domenica e i festivi dalle 10 alle 12.

I servizi grafici sono a cura dell'ufficio Creatività e Comunicazione della cooperativa sociale La Collina.

Ott 18

Domenica 22 ottobre, con inizio alle ore 14.30, avrà luogo “Storicamente Parco”, la ormai tradizionale manifestazione culturale-ricreativa, giornata di animazione ad ambientazione storica, liberamente aperta alla cittadinanza, che si tiene annualmente nel Parco Culturale di San Giovanni. Nasce dall'impegno per costituire un evento a rinforzo e promozione di una rete partecipativa che sollecita, in questo caso, la presenza di esperti e conoscitori storici: utile e piacevole opportunità per scolaresche, curiosi ed appassionati. Concepita quale contenitore d'immaginazioni della storia passata presente e futura, inaugurata ad ottobre 2014, con il Medioevo, vuole estendersi ad una rappresentazione dell'esistente attuale e una prefigurazione del Parco stesso come potrebbe essere tra un anno, o dieci, o un secolo...fantasia permettendo.
L'evento, organizzato dal Centro Diurno Diffuso del Dipartimento di Salute Mentale, dai volontari dell'Associazione di Volontariato Franco Basaglia e del Servizio Civile Nazionale, in collaborazione spontanea con Associazioni, Cooperative Sociali, gruppi e singoli cittadini, mette all’opera disponibilità, entusiasmo e capacità d’iniziativa, volti alla valorizzazione e all’integrazione del parco stesso con la città.
Quest'anno si propone un programma dove non mancheranno dimostrazioni, spiegazioni e giochi popolari; bambini, ragazzi e adulti potranno cimentarsi nella “corsa della patata” e prodursi nelle abilità della “rottura dele nosi e dei scartozzi”; creare i propri costumi con le tele di sacco, imparare come si costruisce una candela, simulare duelli e battaglie con scudi e spade di cartone colorati da loro stessi; ci sarà anche un angolo per il trucco, animato da una truccatrice esperta.
L'Associazione Compagnia de Tergeste movimenterà l'accampamento medievale e si produrrà nelle esibizioni e gli armeggi delle sue dame e dei suoi uomini d'arme, tutti bardati con tipici e fedelissimi costumi dell'epoca.
A cura degli arcieri dell'associazione Dardi Uniti Vertraghi, avranno luogo le esibizioni e le prove di tiro con l'arco.
Al calar della luce, la manifestazione si concluderà con la tradizionale fiaccolata in costume.
Il bar - ristorante Il Posto delle Fragole sarà attivo per ristorare organizzatori e partecipanti .

Ott 17

Nelle giornate in cui ricorre il centenario della «battaglia di Caporetto» affidiamo la memoria di quel terribile conflitto a uno studio storico che mette al centro le conseguenze degli eventi bellici sui soldati impegnati al fronte. Giovedì 26 ottobre alle 17.45 presso il Centro di Salute Mentale al Parco Basaglia di Gorizia sarà presentato «Follie di guerra».

Il libro di Ilaria La Fata «Follie di Guerra. Medici e soldati in un manicomio lontano dal fronte (1915-1918)», pubblicato da Unicopli nel 2014, affronta il tema dei soldati che tra il 1915 e il 1918 furono internati in manicomio per i traumi prodotti dall’esperienza di un conflitto che, per dimensioni e forme, sottopose milioni di uomini e le popolazioni civili a una violenza nuova e inaudita.
Lo studio del caso dei ricoverati condotto dall'autrice basandosi su una ricerca d'archivio nell’ospedale psichiatrico di Colorno – nel quale per oltre un secolo furono internati i malati della provincia di Parma, e dove Franco Basaglia avrebbe prestato la propria opera dopo aver lasciato Gorizia – permette di misurare concretamente la portata di quei traumi in un ospedale lontano dal fronte e la diversità degli approcci e delle interpretazioni della «follia di guerra» da parte di medici militari e civili.

Piero Purich, storico indipendente triestino, si occuperà dell'inquadramento storico degli eventi bellici per permettere alle e ai partecipanti di leggere la vicenda degli internati di Colorno sullo sfondo della tragedia bellica che si consumava cento anni prima su questo territorio.

La presentazione di questo lavoro assume ulteriore interesse anche per il fatto di essere proposta nel centenario della disfatta dell'esercito italiano che si consumò tra la fine di ottobre e i primi di novembre del 1917 proprio nei dintorni di Gorizia.
Nelle strutture dell'ex Ospedale psichiatrico di questa città è attivo da due anni, per iniziativa del DSM e della Cooperativa La Collina, un progetto di recupero dell'archivio del vecchio ospedale psichiatrico, progetto al quale partecipano diversi utenti del CSM, coadiuvati dall'archivista Sara Fantin.
L'incontro fa parte delle molte attività mirate all'apertura alla cittadinanza degli spazi del Parco Basaglia.

Partecipano:
Ilaria La Fata, ricercatrice del Centro Studi Movimenti di Parma, autrice del libro
Piero Purich, storico

Intervengono:
Luca Meneghesso, già operatore psichiatrico e ricercatore
Alessandro Saullo, psichiatra del Centro di Salute Mentale di Gorizia
Sara Fantin, archivista

L'evento è a cura di:
Centro di Salute Mentale di Gorizia - Dipartimento di Salute Mentale dell'Ass 2, Bassa Friulana-Isontina
Radio Fragola Gorizia (La Collina Cooperativa Sociale)

Ott 17

Per due sabati consecutivi, il 21 e 28 ottobre alle 10.30, alla Biblioteca "Bruna Lizzi De Minicis"  di Lignano Sabbiadoro arrivano le Piccole Storie d'Autunno, incontri di lettura per bambini a cura di Elisa della cooperativa sociale La Collina. Leggere ad alta voce ai bambini favorisce lo sviluppo della relazione tra bambino e genitore e stimola le capacità cognitive e linguistiche, l’attenzione, la concentrazione, il livello di autostima e la sicurezza. 

La lettura di sabato 21 ottobre, prevede una serie di racconti riguardanti specialmente il tema dell'autunno, come "Il domatore di foglie" di Maria Moya e "Una foglia" di Silvia Vecchini e tantissime altre storie.
Alla fine del ciclo di letture verrà offerto un piccolo buffet a tutti i partecipanti.

La Biblioteca si trova in via Treviso, 2 presso il Centro Civico "Sandro Pertini". Per informazioni: 0431 409160; 0431 73501 oppure inviate una E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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