Lug 22

Martedì al Lunatico Festival passeggiata “C’era una volta…il manicomio” una passeggiata teatrale dei "Chille de la balanza" di e con Claudio Ascoli

“Ill.mo prof. Basaglia Franco….Oggetto: Ricerca di una buona relazione femminile scopo matrimonio. Io sottoscritto maestro, ragioniere, maturità classica (…) desidero trovare una donna buona e “veramente” dabbene per sposarla. Prego Lei, Illustre signore di volermi indicare qualche donna, se ne ha notizia, o qualche Ufficio assistenziale, che possa darmi le indicazioni adatte al mio caso.”
Inizia così una delle lettere presenti nell’Archivio di San Giovanni, l’ex-manicomio di Trieste che sarà materia prima  di “C’era una volta…il manicomio”,  la Passeggiata teatrale che i Chille de la balanza, storica compagnia teatrale, residente da molti anni nell’ex-manicomio di San Salvi a Firenze, presentano a San Giovanni in Lunatico Festival martedì 26 luglio alle ore 21, ingresso libero.

Lug 22

Un doppio concerto per un lunedì speciale. Saliranno sul palco del Lunatico due band: gli OMZA e la band-indie reggae Will and The People.
OMZA è il nome di questa potente rock band (made in Italy, ma dal suono e dall’attitudine estremamente internazionale) che, per il momento, non vuole svelare il misterioso acronimo che si cela dietro al moniker. Igor alla voce,Tilen e Jakob alle chitarre e cori, Paolo al basso e Sandro alla batteria; hanno tutti esperienze in altre formazioni,arrivano da Trieste, ma nel loro sangue scorre un mix variegato, retaggio di provenienze geografiche tra le più disparate. Igor, per esempio, ha vissuto l’infanzia negli Usa ed in Colombia (suo padre è di Bogotà):e dai miei parenti colombiani», dice, «ho preso iimpulsività,la sana tendenz ad essere burloni ma anche un certo tipo di follia, fatta anche di una vena di superstiziosità… e realismo magico». Oppure Tilen: papà della minoranza slovena, mamma nata in Jugoslavia, da sempre bilingue, dice:«L’inglese, invece, l’ho imparato dopo, ascoltando tanta musica fin da piccolo; mio papà, bassista, mi faceva ascoltare da Stevie Wonder ai Rolling Stones. Ho suonato invarie band,fino ad arrivare ai Gonzales (divenuti poi Tytus), con loro ho girato l’Italia e l’Europa». Igor ha militato in diversi gruppi (ad esempio gli Inflated). Nei suoi testi, molto originali, c’è sempre una chiave surreale,il gioco sul paradosso, suggestioni spazio temporali… un tema sempre presente è quello dell’Apocalisse, il post atomico… «essendo stato bambino negli anni Ottanta, mi sono rimasti in testa i film sulla scia di Mad Max”».

Una band enigmatica e intrigante, un rock spazio-temporale. È difficile citare le influenze degli OMZA, la musica parla da sola, intrecci melodici, scostanti cambi di dinamica. Un viaggio che non si prenota via internet ma al quale bisogna essere presenti.
Siatene investiti.

Lug 21

Venerdì 22 luglio le atmosfere sognanti dei LIM al Lunatico Festival.

Comet è il primo Ep del progetto solista LIM, cioè Sofia Gallotti, metà del duo Iori's Eyes, nato in collaborazione con il produttore Riva, che è uscito per La Tempesta International. Comet è un EP di musica ambient evocativa che combina spazi esoterici con atmosfere esistenzialiste e sognanti. La title track del disco è un omaggio a Klaus Schulze nella house di Detroit dei primi anni '90 e dai vocals eterei a ponderare la cassa drammatica.

Comet nasce ad Edinburgo nel 2013 in un periodo emotivo molto complicato e tormentato. Avevo bisogno di comunicare e di esprimere questo stato emotivo anche per, in un certo modo, redimerlo. Poi volevo rilasciare un mio progetto solista prima dei 30 anni, dato che con gli Iori's Eyes siamo al momento fermi, e quindi questo insieme di cose mi ha portato a scrivere dei pezzi. Quindi ho conosciuto Riva, che ha curato la produzione dei pezzi, e ho iniziato a collaborare con Anna Magni per l'estetica e la comunicazione visiva e con Giorgio Calace, Tora Cellini e Karol Sudolski, i registi del video di Comet con cui già avevo lavorato con gli Iori's Eyes.

Ad aprire la serata dalle 19, TUTTISOTTOLARCOBALENO #6: aperitivo con Arcigay Arcobaleno, Acquolina e Discoorsetto. Banchetto informativo e dj set di Topok e Signorina B.

All'interno dell'aperitivo #TUTTISOTTOLARCOBALENO 6, verrà presentata la trilogia Upside Down di Lily Carpenetti, autrice triestina di romanzi M/M ( o Gay Romance), attiva dal 2010. Dialogherà con la nostra gradita ospite la presidente Antonella Nicosia.

Lug 19

E’ la pop music americana, quella di Bruce Springsteen, Hazel Dickens, Fred Eaglesmith e Merle Haggard. Brani leggendari, che hanno scalato le classifiche statunitensi, e che tra gli anni settanta e novanta, hanno avuto la capacità di raccontare attraverso la storia di uomini, di donne, di intere famiglie, le conseguenze di una crisi economica scoppiata negli anni dell’edonismo reganiano.  Michele Dal Lago, che insegna sociologia dei processi economici e del lavoro all’università di Bergamo, ci offre un viaggio musicale che inquadra e descrive una trasformazione epocale, fatta di fabbriche chiuse,  officine fallite, fattorie confiscate. “E’ stata un’epoca che ha cambiato la vita di molte persone – spiega Michele Dal Lago – una sorta di impoverimento generale che ha travolto gli States e che presenta evidenti assonanze con la storia d’Italia e il lento declino del produttivo Nordest”. Musicista oltre che studioso, Dal Lago sarà sul palco con la sua chitarra, accompagnato da Giusi Pesenti alle percussioni, “le stesse – precisa  - che si usavano in America all’inizio del secolo e cioè cucchiai, mestoli, ossa di maiale, presenti in tante registrazioni dell’epoca. “Il nostro è prima di tutto un concerto – aggiunge – un percorso musicale di intrattenimento e suggestione, attraverso il quale raccontiamo delle storie”. Lo spettacolo, promosso dalla Biblioteca di Vittorio di Bergamo e dalla rivista internazionale di studi nordamericani ACOMA, sarà introdotto da Elisabetta Vezzosi, americanista dell'Università di Trieste.

Back to depression inizia alle 21, mercoledì 20 luglio, al parco di San Giovanni. Per Lunatico festival

Lug 13

Mercoledì 20 luglio alle ore 21.00 al Lunatico Festival lo spettacolo BACK TO THE DEPRESSION: il declino industriale degli Stati Uniti raccontato attraverso la popular music, con Michele Dal Lago (voce e chitarra) e Giusi Pesenti (voce e percussioni) introdotto da Elisabetta Vezzosi, americanista dell'Università di Trieste.
Le suggestive atmosfere musicali create da Michele Dal Lago e Giusi Pesenti raccontano di fabbriche che chiudono, officine che falliscono, fattorie confiscate e nuove ghost town. Attingendo all'ampio repertorio della popular music americana, lo spettacolo descrive una trasformazione epocale esprimendone, piu? che la dimensione politica, quella soggettiva, il punto di vista di uomini, donne e famiglie.

  

Lug 13

Martedì 19 luglio alle 21 al Lunatico Festival lo spettacolo Demoghela: un racconto originale di un triestino arruolato nell'esercito austro-ungarico nel 1914, finito, per caso, nelle steppe russe.

Progetto inserito nelle ricorrenze per il centenario della Grande guerra della Regione Friuli Venezia Giulia

Lo spettacolo teatrale Demoghela racconta la storia di un triestino - sloveno che, a causa del contesto storico (l’appartenenza della città di Trieste all’Austria Ungheria e lo scoppio della 1^ guerra mondiale ) si trova coinvolto nelle tragiche vicende belliche.
Questa narrazione mette a fuoco la relazione fra la macrostoria e le microstorie quotidiane che vengono stravolte dalle “ragion di stato”.
Il testo viene desunto da un archivio di 400 lettere e alcuni diari che ci hanno dato la possibilità di raccontare una storia verosimile, costruita come collage di storie, luoghi e accadimenti reali.
Questa documentazione fa da supporto al racconto che inizia alla caserma grande di Trieste quando il nostro protagonista riceve il "papier” per il 97° fanteria" e prosegue con l'accasermamento, la vita militare e fatidico agosto 1914 con la battaglia di Leopoli nel quale questo corpo composto in gran parte di triestini, istriani, carsolini isontini e friulani fu decimato. Si racconta anche della vita civile di Trieste e dei territori limitrofi nel periodo 1914-1918, in quanto parte delle lettere sono spedite dalle mogli che raccontano come la città vive la guerra.
Il titolo deriva da una canzone popolare, Demoghela, che racconta appunto non vicende eroiche ma il desiderio dei militari di ritornare alle proprie case.
Lo spettacolo è recitato da Maurizio Soldà.

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