Mag 23

“La pazza gioia” l’ultimo film di Paolo Virzì, sarà proiettato a Trieste alla presenza del regista e della protagonista Micaela Ramazzotti, giovedì 26 maggio alle ore 20.45 al Cinema Giotto; un momento promosso dal gruppo di protagonismo Articolo 32, dall’Associazione dei Familiari per la Salute Mentale Noi Insieme e dalle Edizioni Alphabeta con la Collana 180 - Archivio critico della salute mentale.

La pellicola presentata a Cannes alla Quinzaine des Réalisateurs ha riscosso un successo grande e sorprendente. Il film è forse il più bello e coraggioso del regista livornese che qui si avventura, in bilico tra ironia e dramma, tra i corridoi dei reparti di psichiatria e i labirinti della burocrazia giudiziaria, raccontando l'inferno di chi ha perduto la bussola della normalità ed è in balia dello Stato. Nel film Virzì esplora il confine labile tra sanità e insanità mentale, accompagnando lo spettatore tra esistenze condannate allo stigma sociale della malattia mentale e della pericolosità, e osservando - attraverso lo sguardo di donne imperfette - la fragilità, la miseria e a volte anche la ferocia delle nostre normali esistenze.

Una storia che parla anche di Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Nel film, il filo della narrazione incontra magicamente anche Marco Cavallo. Una pellicola che - come il film “Il viaggio di Marco Cavallo” (Edizioni Alphabeta) partito proprio da Trieste e che lo stesso Virzì volle nel Torino Film Festival del 2014 - non vuole essere di denuncia sulla situazione degli OPG, oggi chiusi, ma desidera raccontare di due esistenze che con la loro profonda e comprensibile umanità rompono i muri della distanza e dell’esclusione.

Ingresso intero: 7€ - ridotto 5€

Mag 23

“Vi facciamo un occhio blu! Per finta ma anche per riflettere insieme sul tema del bullismo!”. Con tale messaggio, forte e provocatorio, i ragazzi dell’Istituto Tecnico Pertini di Monfalcone e della succursale adiacente di via Boito si riuniranno venerdì 27 maggio in un happening senza precedenti: a partire dalle sette e trenta del mattino, fino al campanello d’inizio, gli studenti verranno truccati dagli organizzatori fuori da scuola con un occhio nero, trasformato in “occhio blu” per non generare equivoci, al fine di partecipare all’atteso evento che i ragazzi stessi stanno promuovendo attraverso tre video realizzati nel corso dell’ultimo laboratorio e fatti girare su facebook.
Un’azione energica e coraggiosa che, proseguendo anche all’interno e nel corso delle lezioni per parte della mattinata, senza naturalmente interferire con la didattica, verrà passo dopo passo documentata in itinere dai promotori. L’iniziativa si pone l’obiettivo di smuovere un fenomeno preoccupante di devianza minorile che, secondo l’ultimo report dell’Istat sul bullismo in Italia, ha fatto emergere che nel 2015 il cinquanta per cento dei giovani sotto i 18 anni hanno subito un atto di violenza da coetanei. In sostanza un minorenne su due è vittima di un comportamento aggressivo, svilente e offensivo mosso da un compagno. Un dato allarmante che ha dato vita a Bull.Over 2.0,  percorso laboratoriale di sensibilizzazione, riflessione critica e progettazione partecipata sul tema del bullismo nel cui ambito appunto è nata a Monfalcone l’iniziativa del prossimo 27 maggio.
Bull.Over 2.0 è infatti un progetto ben più ampio, articolato in quattro fasi (incontri per la co-progettazione con le scuole e avvio azioni di guerrilla marketing con l’happening del 27 maggio 2016 “Vi facciamo un occhio blu”, laboratori video e radio, realizzazione “the winner is” con la produzione di un video del progetto di guerrilla marketing, realizzazione materiali video e cartacei) che, giunto alla sua seconda edizione grazie all’ATI, Associazione temporanea d’Imprese delle Cooperative Sociali Reset e La Collina, coinvolge, oltre al Pertini, anche gli Istituti Comprensivi “G. Randaccio” ed “E. Giagich” insieme all’ Istituto Statale d’Istruzione Superiore  “M.Buonarroti” di Monfalcone, grazie al finanziamento e al sostegno del Comune di Monfalcone.
BullOver si inserisce nel “Protocollo d’intesa per la prevenzione di comportamenti a rischio bullismo e la promozione al benessere dei bambini ed adolescenti”. Un percorso che mira a coinvolgere attivamente gli studenti delle Scuole Secondarie di Primo e di Secondo Grado del Comune di Monfalcone (GO), professori, genitori e firmatari del Protocollo in un’ottica di educazione tra pari e informazione transgenerazionale alimentando processi di protagonismo giovanile grazie all’utilizzo di strumenti e linguaggi di comunicazione altamente innovativi ed utilizzati dal target di riferimento.

Mag 23

Proseguono gli appunatemnto con il PreLunatico, la rassegna di narrazioni ibride a Il Posto delle Fragole. Mercoledì 25 maggio alle 18.30 è la volta di  Alice, la voce di chi non ha voce - Storia e attualità di una radio rivoluzionaria incontro con Luca Rota, Valerio Minnella e Radio Fragola
Il 9 febbraio 1976 a Bologna nasce Radio Alice. Il 12 marzo 1977, giorno successivo all'uccisione di Francesco Lorusso da parte della polizia, Alice viene sgomberata manu militari.
Lo scontro diventa una diretta radiofonica fra epica, dramma e commedia. Alice è stata radio di movimento, radio dell’autonomia sociale, radio dei "senza voce”, radio dei “pazzi e dei disadatti”, nella quale desideri e aspirazioni di una complessità di movimenti giovanili - studenteschi, femministi, gay - che negli anni Settanta si fondevano con le controculture emergenti che avrebbero cambiato il panorama musicale, artistico e letterario, italiano e non solo, per gli anni a venire.
Ma la storia di Radio Alice ci parla anche del nostro presente e di cos’è la comunicazione, non solo radiofonica, oggi.
A quarant’anni dalla fine della sua breve e intensissima esperienza, Radio Alice è ancora oggetto di studio e di dibattiti, soprattutto in un’epoca in cui l’orizzontalità della comunicazione sembra a portata di chiunque, ma è spesso ingabbiata nei continui tentativi di regolamentare la rete e nelle piattaforme dei social network gestiti da colossi finanziari come Facebook e Twitter.
Il dialogo tra Luca Rota e Valerio Minnella su questi temi sarà anche stavolta arricchito dalla presenza di persone che, nella nostra città, si occupano di radio e di comunicazione. In particolare saranno presenti Lucia Vazzoler e Alfredo “Freddi” Racovelli, redattori di Radio Fragola, la storica radio comunitaria all’interno del parco culturale di San Giovanni, l’ex ospedale psichiatrico di Trieste da cui partì la riforma psichiatrica guidata da Franco Basaglia e molti altri e altre.
Nel corso della serata saranno anche trasmessi diversi contributi audio e video davvero da non perdere!

Mag 20

Si conclude il progetto didattico “Le Forme della Memoria”, percorso che ha intrecciato i temi della memoria, della narrazione storica e della progettazione artistica.
Partendo dall'analisi e comprensione delle opere monumentali moderne e contemporanee (partendo da C. Brancusi e Picasso fino ad arrivare a M. Abramovic e A. Kapoor), le ragazze e i ragazzi della classe 1°ACM dell'ITT A. Malignani di Crevignano, hanno riflettuto su come è mutato oggi il concetto di monumentum realizzando quattro progetti che dialogano con la grande storia e il territorio.

Gli elaborati, realizzati in cartone in scala 1:20, sono stati digitalizzati ed interposti in contesti reali mediante la realizzazione di una serie di fotomontaggi. Inoltre, entro il mese di giugno, tutte le opere realizzate andranno a comporre una mostra tematica itinerante.

“Le Forme della memoria” è un progetto ideato da La Collina e realizzato nella cornice del progetto ENSEIGNER LA GUERRE, ÉDUQUER À LA PAIX - programma Erasmus + Ka2, con il coordinamento della Prof.ssa Silvia Gottard.

Mag 19

Il mondo della cooperazione sociale suscita sempre più interesse anche nei Paesi Stranieri. Oggi una delegazione di una cinquantina di operatori dell'Istituto Hrastovec della vicina Slovenia è stata accolta da alcuni soci della cooperativa La Collina. Una mattinata di confronto su buone pratiche e modalità operative messe in campo dalla nostra cooperativa a Trieste e Muggia. Inclusione lavorativa, attenzione al territorio e comunicazione sono i temi approfonditi durante l'incontro.

Nello specifico, dopo una prima introduzione alla cooperativa e alla sua mission, sono stati presentati due dei progetti di inclusione, aggregazione sociale e lotta allo stigma che in questi anni La Collina porta avanti con successo: Microarea di Borgo Zindis e Radio Fragola.

Mag 19

“La libertà terapeutica” è uno dei grandi messaggi che testimonia la a rivoluzione basagliana e che ancora oggi guida le scelte di molti operatori del settore della salute mentale. Proprio “La libertà è terapeutica” è il titolo della mostra nata da studi sul recupero del Parco Basaglia e inserita all'interno del cartellone E'Storia. Questo è il titolo della mostra, inserita nel programma di E'Storia. Visitabile da venerdì 20 fino a domenica 22 maggio presso il Trgovski dom, corso Verdi 52, Gorizia, questo innovativo progetto espositivo è a cura di Azienda per l’Assistenza Sanitaria n.2 Bassa Friulana - Isontina, Provincia di Gorizia, Dipartimento di Architettura dell’Università di Trieste - sede di Gorizia, Cooperativa sociale Arcobaleno di Gorizia, Cooperativa sociale La Collina di Trieste
Gli studenti hanno analizzato lo stato di conservazione degli edifici del Parco Basaglia, gli interventi e necessari a ripristinare le condizioni di uso e ipotizzato funzioni compatibili. Hanno poi elaborato un progetto che riguarda il parco nel suo complesso e in relazione alla città, scendendo, in alcune parti, alla scala del progetto di interni e di allestimento. In mostra sono presenti, quindi, modelli alle diverse scale, da quella urbana a quella di dettaglio. Le vicende dell’ex ospedale psichiatrico offrono temi di riflessione straordinariamente interessanti all’architettura. Se Franco Basaglia riconsegna i comodini ai pazienti, per restituire loro la possibilità di una storia e dunque di un’identità come base indispensabile per costruire una progettualità, il lavoro dell’architettura dovrebbe fare altrettanto, se aspira ad essere costruzione di senso e non solo di valore immobiliare. Il parco Basaglia ha offerto agli studenti diversi temi di progetto: per l’impianto e le trasformazioni di cui è stato oggetto (un parco chiuso alla città da un “muro” poi abbattuto), per l’adiacenza al confine e per le vicende che ha ospitato (di rilevanza epocale per la psichiatria ma anche per i diritti civili). Centrali in tutti i progetti sono le questioni dell’identità (dell’architettura e di chi la abita) e del limite (nelle accezioni materiali e immateriali).Le destinazioni d’uso approfondite sono diverse per i vari gruppi; in generale si è lavorato sulla necessaria apertura alla città, sull’integrazione delle attività già presenti e sull’inserimento di un centro di documentazione e studio comprendente anche una zona espositiva, un allestimento permanente come luogo della memoria di una battaglia civile, sociale, etica, per la libertà di espressione, la libertà di essere diversi, per la dignità e il rispetto della storia di chi non è pacificato con il mondo, di chi cerca se stesso in un modo anche problematico. Che poi è l’unico modo di cercare davvero, anche in architettura. La mostra è stata realizzata con il contributo degli studenti del Laboratorio di Progettazione architettonica 3 - docenti S. Pratali Maffei, G. Scavuzzo.

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