LUNATICO FESTIVAL | TEATRO|
martedì 17 luglio ore 20.30
A CASA LORO
Monologo in atto unico di e con Giulio Cavalli
Testo di Giulio Cavalli e Nello Scavo
Proiezione e musiche di A. Nidi e Giulio Cavalli
«Quando negli uffici della Mezzaluna Rossa squilla il telefono non scatta nessuna corsa contro il tempo. Sanno già di cosa si tratta. «Cadaveri da ricomporre, non c’è nessuno da soccorrere». Va avanti così da mesi. Gli operatori sono stati addestrati per salvare vite, ma in Libia è sempre troppo tardi. Alle volte li restituisce il mare, altre vengono scoperti per caso in una buca di sabbia. «Spesso non si riesce neanche a capire se si tratta di migranti uccisi dagli scafisti, di combattenti eliminati nei regolamenti di conti tra bande di paramilitari, oppure entrambi i casi», spiega una fonte locale.
Giorni fa ne hanno tirati fuori 14 da una fossa vicino Bengasi. Alcuni erano neri, altri maghrebini.
Legati mani e piedi recavano segni di torture di molto precedenti all’uccisione. Neanche questo aiuta. I miliziani catturati e interrogati vengono trattati come i subsahariani che non hanno soldi o che si ribellano nelle prigioni clandestine degli scafisti. Eliminati per dare l’esempio, oppure perché le loro braccia non sono buone neanche per il mercato interno degli schiavi. Gli uomini dello scaltro generale Haftar giurano di non saperne nulla. Mentre più a Sud, nelle zone desertiche, l’Organizzazione internazionale dei migranti ha dovuto attivare, come in mare, una operazione 'Sar' per la ricerca e il soccorso dei 'desaparecidos' del Sahara».
(Nello Scavo, Avvenire 1 settembre 2017)
Il Mediterraneo è il cimitero liquido dei nostri scheletri ma lì intorno, nelle regioni che scendono per l’Africa, quelle sulla rotta balcanica e nella zona impigliata tra i fili spinati della Turchia ci sono le persone. Persone, semplicemente, con il fardello delle loro storie che hanno l’odore di carne viva, senza valigie ma con quintali di paura, costretti al macabro destino di stare sulle pagine dei giornali o sulle bocche più feroci della politica e poi davvero non avere un posto dove stare.
Il mare non uccide. Ad uccidere sono le persone, la povertà, le politiche sbagliate e le diseguaglianze che rendono il mondo un posto opposto dipendentemente dal nascere dalla parte giusta o sbagliata.
“A casa loro”, partendo dalle coraggiose inchieste di un reporter internazionale, prova a raccontare quella parte del mondo che ci illudiamo di conoscere e di poter giudicare guardando le immagini dei profughi mentre invece ci viene nascosta nel buio delle notizie non date.
“A casa loro” è anche la scelta di versare sul palco quel pezzo di mondo che ignoriamo per assolverci e invece la storia ce ne renderà conto perché la solidarietà non sta nei regolamenti, nei trattati internazionali e nemmeno negli editoriali. E per questo forse anche uno spettacolo teatrale serve: i furbi parlano molto di solidarietà, ma ne parlano troppo con chi avrebbe bisogno di riceverla, piuttosto che parlarne con chi avrebbe bisogno di farla.
(Giulio Cavalli)
GIULIO CAVALLI
Scrittore, attore e giornalista. Autore e attore di teatro civile ha collaborato con Paolo Rossi,Renato Sarti e Dario Fo. Ha scritto come editorialista per Left, Fanpage.it, Il Fatto Quotidiano, l’Espresso, Linkiesta. Si occupa di criminalità organizzata con inchieste, spettacoli, conferenze e incontri nelle scuole. Ha pubblicato due romanzi per Rizzoli e Fandango.
NELLO SCAVO
Nello Scavo è giornalista di "Avvenire", nonché reporter internazionale e cronista giudiziario.
Negli anni, ha indagato sulla criminalità organizzata e il terrorismo globale, firmando servizi da molte zone «calde» del mondo come la ex-Jugoslavia, il Sudest asiatico, i paesi dell'Urss,
l'America Latina, il Corno d'Africa. Per scrivere I sommersi e i salvati di Bergoglio (Piemme, 2014)
è partito per Buenos Aires, alla ricerca della verità sulle voci di presunta connivenza di Papa
Francesco con le dittature sudamericane. Suo è anche La lista di Bergoglio (EMI, 2013), tradotto
in più di 15 lingue. Nel 2017 ha pubblicato con Piemme Perseguitati.
La radio fa bene alla salute! Radio Fragola lo sostiene da tempo e, grazie al suo modellounico in Europa di condivisione e aggregazione sociale, è sempre più spesso meta di studiosi, esperti di salute o semplici curiosi! Radio Fragola promuove una cultura della salute come bene comune. In questi giorni una studentessa del corso di laurea in Scienze dell'Educazione Professionale dell'Università degli Studi di Milano è venuta negli studi per intervistare alcune delle voci protagoniste dei 104.5, 104.8. Le interviste saranno oggetto della tesi ”Le radio della salute mentale: la comunicazione comunitaria come mezzo di espressione di sé ed empowerment personale”, il cui relatore è il professore Luigi Cortellari e che sarà discussa nei prossimi mesi.
Il Comune di Marano Lagunare realizzerà una rassegna estiva dal titolo "I giovedì musicali dell'estate maranese". Nella splendida cornice di P.zza Vittorio Emanuele, per quattro giovedì (19 e 26 luglio, 2 e 23 agosto), troveranno spazio le più suggestive proposte musicali del panorama regionale arricchite dalla possibilità di degustare un ottimo prodotto locale nei bar e nei ristoranti del salottino di Marano Lagunare.
Nelle stesse giornate (19 e 26 luglio, 2 e 23 agosto) la proposta culturale e turistica sarà arricchita da una serie di aperture straordinarie del Museo Archeologico delle Laguna aperto al pubblico dalle 19.00 alle 22.00 oltre al tradizionale orario.
In collaborazione con La Collina, Società Cooperativa Sociale ONLUS e Paola Maggi (conservatore del Museo Archeologico);
INFO: MUSEO ARCHEOLOGICO DELLA LAGUNA DI MARANO
Marano Lagunare (UD) – Centro Civico, I piano
Via Sinodo, 28
tel. +39 0431 640506 (Biblioteca Marano lagunare)
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venerdì 13 luglio 20.30 (dalle 19 dj set di Plastik)
GIOVANNI SUCCI
Rock musician, songwriter, reading performer. Mr. Bachi Da Pietra, Madrigali Magri, La Morte, Lampi Per Macachi, Spam&SoundEnsemble…
Giovanni Succi è un artista colto ed eclettico, attivo sulla scena musicale italiana da circa un trentennio, protagonista di diversi progetti per i quali ha firmato l’intera discografia come autore (Bachi da Pietra, Madrigali Magri, La Morte…), caratterizzandoli ciascuno con una scrittura, una voce e una vena compositiva inconfondibili.
Il 22 settembre 2017 per La Tempesta Dischi è uscito “Con ghiaccio“, di fatto il primo disco di inediti pubblicato a nome Giovanni Succi, essendo stati i due precedenti – “Il conte di Kevenhüller” (Tarzan Rec., 2012) e “Lampi Per Macachi” (Wallace Rec./Audioglobe, 2014) – rivisitazioni di opere altrui: il primo una lettura per sola voce dell’ultima opera di Giorgio Caproni, il secondo un tributo personale a Paolo Conte, per diversi aspetti sui artisti di riferimento. Oggi per la prima volta dagli esordi Giovanni Succi presenta le sue canzoni nei panni di se stesso. Un nuovo inizio.
Mercoledì 12 luglio alle ore 20.30, serata con Simone Pieranni al Lunatico Festival, nel Parco di San Giovanni.
Simone Pieranni, laureato in Scienze Politiche, nel 2009 ha fondato China Files, agenzia editoriale con sede a Pechino che collabora con media italiani con reportage e articoli sulla Cina. Dal 2006 al 2014 ha vissuto in Cina, scrivendo per media italiani e internazionali. Dal 2014 lavora alla redazione esteri del Manifesto. E’inviato in Asia per Il manifesto, Internazionale, Radio Popolare e Wired, come scrittore di nonfiction racconta la sua vicenda di dializzato nel romanzo autobiografico «Settantadue» e la sua città in «Genova macaia. Un viaggio da Ponente a Levante».
Pubblichiamo qui il bellissimo messaggio di Francesco Nicola, che ha partecipato alle iniziative pubbliche che abbiamo organizzato nell'ambito della ricerca azione Sant'Anna (Gorizia) e ha voluto rispondere alla domanda che abbiamo posto a tutti nel nostro libretto dedicato a questo percorso: voi che cosa vorreste che questa storia producesse?
"Io vorrei che questa storia producesse un cambiamento nell'animo della gente troppo attenta a perseguire quei dettami svilenti che da sempre la societa' dei consumi erge ad emblema di vita. Il mio auspicio e' che sul modello di associazioni come la Caritas, la cooperativa sociale Arcobaleno, la Collina, il Grande Carro, l'associazione polisportiva 2001 tutti i cittadini goriziani aprano il cuore al diverso, se di diverso si puo' parlare.
L'uomo moderno immerso nella vita frenetica scandita da impegni, obbiettivi, successi, insuccessi, illusioni, guarda al futuro come via per redimersi dal presente.
Il presente non viene vissuto perche' privo di certezze e speranze, quindi non si ha nemmeno il tempo di conoscere se stessi, figurarsi l'occuparsi del fratello che ha il cuore che sanguina!
Il mio desiderio inoltre e' che i giovani si incontrino nei campi da basket, nelle palestre, in spazi comunitari dove possano vedere film, giocare, suonare, cantare, scrivere, disegnare, raccontare e ridere, ridere, ridere.
Spazi simili gli ha saputi creare la geniale mente di don Alberto nella parrocchia di S.Anna con il campo da basket, una palestra, centri estivi e di ascolto.
Il mio sogno piu' grande e' che per mezzo di questa storia ci sia per certi aspetti un ritorno al passato, quando bastava niente come una partita a calcio svolta lungo la strada della contrada, una a briscola o un'esternazione positiva o negativa della giornata ad unire i cuori delle genti.
Tutto questo viaggio di reminescenze e piaceri all'interno di questo ridente rione goriziano voglio che divenga la forza propultrice del desiderio che impera in ognuno di noi. Mi riferisco a quel desiderio che ha come motore la curiosita' di scoprire il diverso.
Nel mio piccolo mondo di giovane imberbe senza nessuna certezza granitica bramo che questa storia cambi la mia personalita' troppo attenta all'apparenza, all'inseguire vane glorie e colma di passioni inique.
Mi auguro che un giorno riesca a rilassarmi, trovare quella pace interiore, insomma che riesca a stare bene con me stesso come lo sono stato durante la camminata di S.Anna.
Vi saluto con una frase lapidaria che coglie l'essenza di cio' che per me questa storia deve trasmettere:
"Non vivete questo viaggio irripetibile che e' l'esistenza come un dovere continuo mascherato dall'imperativo mors tua vita mea bensi' come una possibilita' di scoperta delle sfumature caratteriali e passionali presenti negli animi anche di quelle persone che la societa' reputa erroneamente come folli."
Francesco Nicola