L'estate è finita, il Parco di San Giovanni si colora d'autunno e il Lunatico Festival regala un ultimo appuntamento fuori cartellone, un'innovativa formula che coniuga incontri con le narrazione e convivialità: A pranzo con l'autore, la prima domenica letteraria al Posto delle Fragole.
Domenica 2 ottobre alle ore 11 Dušan JELIN?I?, scrittore e giornalista triestino di origine slovena, già caposervizio alla sede RAI di Trieste nella redazione in lingua slovena, primo alpinista del Friuli Venezia Giulia a salire un Ottomila, si racconterà ai presenti con una chiacchierata curata da Walter Chiereghin, direttore della rivista web Il Ponte rosso. Un'occasione per ripercorrere le sue vicende personali e il suo rapporto con la scrittura e la montagna. A seguire sarà possibile fermarsi per pranzare insieme allo scrittore, per conoscere e confrontarsi in un ambiente conviviale e informale, come quello del pranzo domenicale. Chi desidera fermarsi a pranzo, può prenotare anticipatamente al numero 040 578777.
Notizie biografiche:
Dušan JELIN?I?
Nato a Trieste nel 1953.
Scrittore di racconti e romanzi, sia in lingua slovena che italiana, saggista, giornalista, alpinista. Nato in una famiglia della comunità slovena nella quale il padre Zorko fu uno dei fondatori del TIGR, il primo movimento organizzato di opposizione al fascismo. Laureato in Lettere presso l’Università degli studi di Trieste nel 1981, Ha lavorato come giornalista al quotidiano Primorski Dnevnik. Successivamente ha lavorato per alcuni anni come caposervizio della redazione giornalistica in lingua slovena della RAI di Trieste. Appassionato alpinista, ha partecipato nel 1986 a una spedizione che ha conquistato la cima del Broad Peak, nella catena dell’Himalaja, 8047 m. sul livello del mare, primo alpinista del Friuli Venezia Giulia ad arrivare sulla vetta di un “Ottomila”. Ne ha in seguito affrontato degli altri, documentando tali esperienze estreme nei suoi libri. Tra questi volumi a sfondo alpinistico ha avuto particolare successo nella versione italiana Notti stellate, che descrive la spedizione slovena sull’Himalya del 1986; l’opera ha vinto il Premio Bancarella Sport, Il Premio per la narrativa internazionale Giuseppe Acerbi di Castel Gandolfo, il Premio speciale del CONI nel 1995 e il Cardo d’Argento al Festival Internazionale della Montagna a Trento.
Da:
W. Chiereghin e C. H. Martelli
Dizionario degli autori di Trieste, dell’Isontino, dell’Istria e della Dalmazia
Hammerle editori, Trieste 2014
L'inserimento lavorativo di persone provenienti dall'area dello svantaggio è da sempre uno degli obiettivi primari della cooperazione sociale. La sfida è creare percorsi virtuosi, in grado di valorizzare ed emancipare persone abitualmente escluse dal mondo lavorativo e, contemporaneamente, proporre forme di integrazione sociale e benessere.
Un esempio virtuoso che arriva dalla Provincia di Brescia è la cooperativa sociale Clarabella, produttore biologico di Franciacorta DOCG, che sarà ospite al Posto delle Fragole nel Parco di San Giovanni a Trieste giovedì 1 settembre alle ore 17 per raccontare il proprio lavoro sul territorio attraverso una degustazione gratuita di alcuni loro vini.
“La nostra esperienza nasce dalla tipica “saggezza” contadina, in base alla quale tutti sono a loro modo abili, quali che siano il livello culturale o le condizioni mentali, perché le piante e gli animali non discriminano nessuno, non si voltano dall’altra parte e crescono sane chiunque le accudisca.”
Durante la degustazione, per cooperativa Clarabella sarà presente Alessandro Mogavero che ripercorrerà la storia e la mission dell'azienda attraverso l'assaggio di quattro loro vini:
Franciacorta Brut DOCG
Eletto Vino Slow alla sua prima apparizione nella guida Slow Wine 2014. Uno dei vini che abitualmente potete gustare al Posto delle Fragole
Franciacorta Saten DOCG
Morbida delicatezza potrebbe essere la spiegazione di questo nome coniato dai produttori del Franciacorta.
Franciacorta Pas Dosè DOCG
Ottenuto principalmente dal vigneto denominato “Cascina” adiacente la cantina e l’intera struttura di Clarabella
Franciacorta "180" DOCG 2009
Dedicato alla legge n.180/1978 (Legge Basaglia) che ha cambiato il modo di pensare e trattare la psichiatria; un lungo e tortuoso percorso al quale è intitolato il primo millesimato top di gamma della produzione.
Sarà inoltre l'occasione per conoscere meglio un prodotto del nostri territorio: l'orange wine 180.
Clarabella aderisce al Consorzio per la tutela del Franciacorta e applica il Disciplinare di produzione dei vini a denominazione di origine controllata e garantita “Franciacorta”
A identificare questo vino, prodotto esclusivamente con il metodo della rifermentazione in bottiglia, è il nome della regione geografica, dove crescono le sue vigne Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco. Una sola espressione – Franciacorta – che definisce un territorio, un metodo di produzione e un vino.
E' una cooperativa sociale, solidale ed inclusiva, che crea occasioni di lavoro per persone con disabilità psichica e fisica; una cooperativa agricola, che si prende cura del suo territorio con coltivazioni biologiche, ne preserva la cultura e sviluppa progetti di accoglienza turistica per diffonderne la conoscenza.
Negli ultimi decenni la parola Islam è entrata di prepotenza nei media. La sentiamo pronunciare con sempre maggiore frequenza nelle conversazioni quotidiane e in relazione ad avvenimenti di cronaca. “L’Islam è sulla bocca di tutti, ma spesso chi ne parla in televisione, sui giornali, in autobus o al bar, ne ha un’idea fortemente stereotipata” spiega Lorenzo Declich autore di Islam in 20 parole, che giovedì 28 luglio, a partire dalle 21, sarà a Trieste per Lunatico festival, con “Sotto il velo del luogo comune. Cose che non sappiamo dell’Islam, del Medio Oriente e di noi stessi”. In realtà tutto ciò che ruota attorno all’Islam è qualcosa di alieno e di sconosciuto – ci spiega l’esperto del mondo arabo musulmano - e spesso viene rappresentato come un sistema di regole che a partire dalla sua epoca d’oro non è mai cambiato. Lorenzo Declich ci propone così un itinerario di parole, alcune molto conosciute come Allah e jihad e altre meno note come din, umma, iman, attraverso le quali iniziare a comprendere un mondo che oggi ci spaventa, e soprattutto ci aiuta a sgombrare il campo da pregiudizi e luoghi comuni che stanno diventando una gabbia, un’invalicabile barriera psicologica. Ma cosa non sappiamo dell'Islam che invece dovremmo sapere? “Almeno una e cioè che l’Islam ha una storia di 1.500 anni – afferma Declich - e che gran parte di questa storia non ha avuto nulla a che vedere con il jihad”. E come si combattono paure e luoghi comuni? “Col confronto, con l''approfondimento, e poi con la coscienza che anche i pregiudizi possono essere una base per iniziare a ragionare”. Scopriremo come giovedì 28 luglio, a partire dalle 21, insieme a lui. L’ingresso è libero.
C’era una volta…il manicomio è una passeggiata teatrale. Un coinvolgente e divertente racconto su cos’erano un tempo i manicomi, sul superamento degli stessi grazie all’azione di Franco Basaglia e sull’oggi, sulla funzione e l’eredità dei luoghi del cambiamento. L’evento grazie alla storica compagnia teatrale Chille de la balanza e a Claudio Ascoli che lo interpreta con la partecipazione di Sissi Abbondanza, e ne firma la regia, approda a Trieste nel parco di san Giovanni, luogo emblematico della rivoluzione basagliana.
Come nascono i Chille?
I Chille sono una storica compagnia di teatro di ricerca nata a Napoli nel 1973 e residente a San Salvi, l’ex-città manicomio dal 1998. Così volle Carmelo Pellicanò, l’ultimo direttore del manicomio fiorentina che collegò l’uscita degli ultimi matti con l’ingresso di una compagnia teatrale. Da allora oltre 500.000 sono state le presenze nell’ex-città negata
In cosa consiste lo spettacolo?
Questa è una passeggiata che noi proponiamo dal 1999 e che ha raggiunto oltre 560 repliche registrando più di 45mila spettatori. E’ riconosciuta come passeggiata patrimoniale da Unesco e Consiglio d’Europa. Entriamo negli ex manicomi e proponiamo edizioni sempre nuove e diverse che si adattano alle singole realtà e situazioni. Abbiamo l’obiettivo di far riflettere, sorridendo. Di recuperare una memoria viva di quella che fu la rivoluzione di Franco Basaglia e della sua équipe, con la necessità di una riqualificazione di spazi e nuove relazioni tra le persone.
Con quali strumenti?
Attraverso la storia di chi ha vissuto quegli anni. Leggendo lettere, ripercorrendo le testimonianze e passeggiando nei luoghi e negli spazi dell’ex ospedale psichiatrico. E’ un viaggio nella storia teso a recuperare una memoria viva dei fatti, dalla contenzione dei pazienti al superamento basagliano. Comunichiamo la bellezza di questo passaggio, facilitiamo la presa di coscienza di questa rivoluzione che è nata proprio da Trieste, ma non in modo accademico o noioso, né tantomeno nostalgico. Non parliamo tanto di passato, ma di presente e di come quel modello di attenzione verso l’altro, ascolto e integrazione possa essere riprodotto e applicato oggi nel mondo contemporaneo. E’ la storia di un'utopia concreta - come la definiva lo stesso Basaglia - con l'obiettivo di costruire una comunità. E' questo, forse, un pezzo della terza rivoluzione, di cui parla Eugenio Borgna, "che ridia slancio a quelle promesse; altrimenti la grande rivoluzione basagliana rischia di svuotarsi e di smarrirsi".
E’ la pop music americana, quella di Bruce Springsteen, Hazel Dickens, Fred Eaglesmith e Merle Haggard. Brani leggendari, che hanno scalato le classifiche statunitensi, e che tra gli anni settanta e novanta, hanno avuto la capacità di raccontare attraverso la storia di uomini, di donne, di intere famiglie, le conseguenze di una crisi economica scoppiata negli anni dell’edonismo reganiano. Michele Dal Lago, che insegna sociologia dei processi economici e del lavoro all’università di Bergamo, ci offre un viaggio musicale che inquadra e descrive una trasformazione epocale, fatta di fabbriche chiuse, officine fallite, fattorie confiscate. “E’ stata un’epoca che ha cambiato la vita di molte persone – spiega Michele Dal Lago – una sorta di impoverimento generale che ha travolto gli States e che presenta evidenti assonanze con la storia d’Italia e il lento declino del produttivo Nordest”. Musicista oltre che studioso, Dal Lago sarà sul palco con la sua chitarra, accompagnato da Giusi Pesenti alle percussioni, “le stesse – precisa - che si usavano in America all’inizio del secolo e cioè cucchiai, mestoli, ossa di maiale, presenti in tante registrazioni dell’epoca. “Il nostro è prima di tutto un concerto – aggiunge – un percorso musicale di intrattenimento e suggestione, attraverso il quale raccontiamo delle storie”. Lo spettacolo, promosso dalla Biblioteca di Vittorio di Bergamo e dalla rivista internazionale di studi nordamericani ACOMA, sarà introdotto da Elisabetta Vezzosi, americanista dell'Università di Trieste.
Back to depression inizia alle 21, mercoledì 20 luglio, al parco di San Giovanni. Per Lunatico festival.